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un obliquo avvertimento
Sarà anche un approccio tangenziale, ma siccome la verità sta nei dettagli, a me la storia del «bieco illuminismo» non colpisce quanto l’arroganza con la quale la Cei chiede protezione allo Stato sapendo perfettamente che la otterrà: non farò ricorso da me, dice; dovete farmelo voi perché «è compito vostro».
E a me pare di sentire, sotto, un «e voi sapete benissimo cosa succede se non lo fate».
E già che ci sono: non mi è del minimo interesse il fatto che l’Avvenire dica che Berlusconi è imbarazzante.
Se per una, venti o anche cento volte la chiesa è d’accordo con me, la circostanza mi pare del tutto irrilevante, visto che non ne riconosco l’autorità.
Forse i giornali potrebbero farci un pensierino.
Mica tutti.
Almeno quelli biecamente illuministi, ipotesi.
Abbiamo giornali, più o meno biecamente, illuministi nelle nostre edicole? Ecco tra i miei piccoli problemi di vita vi è l’impossibilità di leggere un giornale nazionale senza esser sopraffatto dalla noia per lo scontato, l’inutile ed il genuflesso.
…
a me fa effetto che qui si stia parlando di scrutinii. Tutta la gerarchia si sta muovendo per far si’ che il professore di religione conti agli scrutinii. Cioe’, detto in modo bieco ed illuminista, abbia il suo piccolo orticello di potere. Poi guardo su wikipedia le statistiche che dicono che anno dopo anno gli studenti delle superiori che scelgono di non seguire i corsi di religione aumentano costantemente (nel 2007/8 si era al 15.5%, su una classe di trenta studenti fa praticamente cinque), e allora forse capisco.
Abbiamo assistito a una prova muscolare tragica, purtroppo