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il mio gatto è morto e lo stato non fa niente
Una volta si chiedeva l’intervento dello Stato sulla mafia, o sulle stragi, o sulla miseria.
Adesso, con significativa scelta del verbo, si chiede allo Stato di «svegliarsi» per dei furti in casa.
Mi sembra un segno dei tempi.
Cosa dovrebbe fare, lo Stato, più che prendere le impronte ai rom, autorizzare le ronde, espellere gli stranieri, costringere i clandestini a tenersi le loro malattie per paura di essere denunciati, aumentare a diciotto mesi la permanenza degli «irregolari» nelle carceri speciali, istituire l’«albo» dei senza casa come se fosse un ordine professionale?
Cosa dovrebbe fare?
Ripristinare la pena di morte con fucilazione sul posto ad opera del derubato?
È questione di pazienza: prima o poi arriverà anche questa legge.
Non bisogna aver fretta.
Secondo me lo Stato dovrebbe censurare con maggiore attenzione televisioni e giornali, in modo che notizie del genere non siano piu’ diffuse. Perche’ penso che in parte giochi anche una specie di sorpresa, per l’onesto cittadino: le ronde, le impronte ai rom, le espulsioni; e, nonostante tutto, i ladri in casa. E non credo che la fucilazione sul posto altererebbe la situazione di molto. Davvero, l’unico sistema per eliminare il crimine, come gia’ ben noto al Duce, e’ la censura sistematica e onnicomprensiva di ogni singola fonte d’informazione. E’ qui che lo Stato, nonostante gli ottimi sforzi, deve fare di piu’ e meglio.
Siamo già alla censura sistematica e onnicomprensiva di ogni fonte di informazione.
A meno che tu non creda all’esistenza di quotidani liberal che alla fine titolano cose come quella che c’è qui nel post.
La “domanda di sicurezza”, dal momento che la paura è uno stato d’animo fomentato dalle stesse formazioni politiche che ci governano, rimarrà sempre insoddisfatta. Anche quelli che hanno votato i sindaci sceriffi ed oggi sono soddisfatti, non per questo si sentono “sicuri”. E’ facile creare il disagio, meno curarlo, rassicurarlo.
Hai perfettamente ragione.
L’eterno insoddisfacimento del bisogno di rassicurazione è la chiave in cui si spiega la facilità con la quale siamo sces così in basso; la facilità con la quale un nuovo tipo di fascismo ha vinto; la facilità con la quale ci sembra di aver già perso, ma invece chissà quante altre cose riusciremo a perdere.
Beh… basta accendere la TV per capire qual’è la priorità del governo in momento.
Al momento c’è la priorità di farci accettare come doverose tute quelle coercizioni e limitazioni della libertà che tanto darebbero fastidio alla vita di tutti i giorni.
C’è da far digerire la repressione (si chiamiamo le cose con il loro nome), che si trova nelle norme sicurezza… non possiamo più bere un bicchiere di vino, ne farci uno spinello, dobbiamo far vivere i più poveri (gli stranieri irregolari) nella paura… ecc. ecc.
non per niente il TG (quelle pochissime volte che mi capita di passarci davanti) è pieno di incidenti provocati da drogati o alcolizzati, furti e violenze. Ora c’è la moda del termine “coma etilico”.
Sì.
Repressione. Quando ero piccola sentivo sempre questa parola, e anche se mi sembrava che avesse una sua aura di conformismo, come molte altre parole che ascoltavo dai telegiornali o nelle discussioni in casa, io sapevo – senza sapere perché – che se c’era da scegliere tra chi reprimeva e chi veniva represso, beh, io mi sarei trovata dalla parte di quelli che tantavano di non farsi reprimere.
Credo che un bambino di adesso penserebbe a rovescio.
Mio dio.
Il rischio che corrono molti bambini di adesso è la ‘cifra’ di questa società, del suo essere pesante, immobile, impossibile e del suo permanerci.
L’unica piccola consolazione è che al momento sembra loro funzionale la repressione e coloro che vorrebbero passare alla prevenzione sono minoritari.