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berlusconi e la propaganda dei «piccoli»
Ho letto, su segnalazione di Daniela Lepore via Facebook, Roberto Cotroneo sull’Unità a proposito delle minacce di Berlusconi al Tg3.
Ora, a parte la rabbia per il fatto che siamo costretti a prendere sul serio (e guai se non lo facessimo) un uomo al quale evidentemente manca il senso della misura, voglio esprimere qui un mio minimo fastidio.
Mi infastidisce l’orizzonte generale del discorso di Cotroneo, e dei discorsi di tutti coloro che fanno della libertà d’informazione una cosa che riguarda i grandi mezzi di comunicazione.
La mia opinione è che a distruggere la libertà d’informazione sono in prima istanza i piccoli giornali, è la stampa locale.
È lì che nasce la falsificazione, è lì che comincia la creazione di una realtà alternativa.
Dapprima per sottrazione (tolgo fatti, tolgo notizie, tolgo piccole parti di informazione, ignoro pezzi di mondo), poi per addizione (invento cose che non sono, giro a vantaggio del potere tutti gli eventi che posso).
Aggiungo una frase priva di senso – questa – solo perché non voglio terminare il post alla maniera di Maria Laura Rodotà, cioè con una parentesi.
10 e lode all’ultima frase…
🙂
(non ci avevo mai fatto caso)
(io sì)
(è solo un ulteriore elemento di simpatia del personaggio)
Proprio oggi, sull’Arena di Verona versione online, ho trovato un articolo che pare parlare in maniera neutra delle numerose coppie che hanno dovuto rinunciare al matrimonio a causa dell’impossibilità per uno dei due contraenti di portare il permesso di soggiorno. PARE, perché poi l’articlista (G.C.: Giorgia Cozzolino?) vede la necessità di aggiungere una dichiarazione dell’assessore competente (?) che insinua che “coloro che contraevano un matrimonio d’amore non hanno fatto troppe storie e hanno semplicemente chiesto informazioni su come regolarizzarsi, mentre chi era chiaro che si sposava per altri interessi, ha reagito diversamente”. Compimenti vivissimi al nostro quotidiano (di partito) per la qualità dell’informazione!
Cometa, come sai io lavoro in quel quotidiano.
Qualunque sia la mia opinione sul giornale e sui colleghi, non voglio che il mio blog diventi un luogo in cui quel quotidiano e quei colleghi vengano criticati.
Se tu credi che scrivere una lettera al giornale abbia un senso (cosa opinabile), esprimi la tua opinione usando quello strumento, per favore, e non il mio blog.
È però chiaro che anch’io giudico molto negativamente – molto – la frase dell’assessore, che sembra adombrare il sospetto che chi non ha nulla da temere possa addirittura essere non dico felice ma almeno (per usare una categoria molto veronese) «non polemico» per il fatto di dover rimandare il suo matrimonio per una legge razzista.
Quasi che, essendo sfigati in quanto stranieri, si dovesse avere il pudore di non irritarsi mai, perché insomma, se già si ha la grazia di poter stare qui, che almeno si abbia la compiacenza dimostrarsi servili e adeguatamente riconoscenti, anche se si deve rinviare il matrimonio.
avendo conosciuto Cotroneo confermo che il senso della misura in quell’uomo sembra del tutto assente.
In realtà scrivendo di un uomo a cui manca il senso della misura pensavo a Berlusconi, però prendo atto che Cotroneo t’è piaciuto un casino, proprio.
Ma quando dici: “La mia opinione è che a distruggere la libertà d’informazione sono in prima istanza i piccoli giornali, è la stampa locale. È lì che nasce la falsificazione, è lì che comincia la creazione di una realtà alternativa”, non credo che tu parli di ‘tutti-i-giornali-locali-meno-l’Arena’, giusto?
Oppure ritieni che basti non citare il giornale in cui lavori tu per rendere meno specifica l’accusa?
Se è così, esattamente come non se ne sentirebbero toccati i tuoi colleghi veronesi, tanto più potrebbero dirsi fuori i giornalisti e le proprietà di tutti gli altri giornali locali. E allora perché scrivere queste cose? Con quale scopo?
No, no. Certamente non parlo di tutti i giornali locali tranne l’Arena.
Hai ragione che c’è il rischio della genericità dell’accusa, e dunque – alla fine – dell’assoluzione di ciascuno.
Ma io ho lavorato in almeno una quindicina di giornali, ed erano tutti perlopiù locali, e questa cosa l’ho vista – con maggior o minore intensità – dappertutto.
Non è l’a-specificità dell’accusa ciò che mi preme: è evitare la miseria morale (mia, eventualmente; mica di chi commenta: vorrei che fosse chiaro) di utilizzare un mezzo come il blog personale per togliermi i sassolini dalle scarpe.
I sassolini me li tolgo all’interno del giornale in cui lavoro, per quanto faticoso mi sia.
C’è una differenza fra lo scrivere queste cose sul blog perché chi legge i giornali – qualunque giornale, l’Arena compresa – sappia che queste considerazioni vengono fatte anche da chi ci lavora, e lo scrivere queste cose per togliersi i sassolini dalle scarpe, o per utilizzare i commenti altrui per togliersi i sassolini dalle scarpe; per dare la stura a chi potrebbe aiutarmi – mantenendo io un’olimpica distanza – a togliermi i sassolini dalle scarpe.
Cosa che io qui non posso fare.
Disponibile a parlarne quando vuoi.
Il blog è tuo e non insisto. Però ho una domanda di “netiquette” (e chiedo scusa se la esprimo in maniera un po’ provocatoria, ma non mi viene altrimenti): desideri che si eviti di parlare del tuo giornale nei commenti? O che eventualmente se ne parli ma senza menzionare il nome della testata, citare testi e le firme che li hanno sottoscritti?
No.
Non voglio che questo blog diventi un mezzo per attaccare il giornale in cui scrivo.
Tutto qui.
Lo si può fare, certo – e infatti i tuoi commenti sono integri qui sopra – ma argomentando (ecco perché ci sono i tuoi commenti: perché sono argomentati).
Per dirla chiara: quel che non vorrei è che si usasse questo blog per scrivere cose che non si avrebbe il coraggio di dire o di scrivere usando la propria faccia e il proprio nome.
E’ del tutto evidente che non sto parlando di te.
Non so se ti ricordi dell’esistenza di un sito locale che, chiuso da un po’, ospitava interventi anonimi, livorosi, saccenti, denigratori e in qualche caso perfino calunniosi di giornalisti e affini contro altri giornalisti e affini.
Tutti anonimi.
Tutti a dire che l’Arena faceva schifo e il Corriere pure, che il tal redattore era uno stronzo, che Tizio si faceva Caia, che il tal scrittore lui sì che era fico, mica come quellì’altro…
Amenità di questo tipo.
E’ assolutissimamente chiaro che la tua statura personale ti impedisce qualunque atteggiamento minimamente simile a quello che ho appena descritto (e giudico repellente): ma se a uno di quei simpatici anonimi che bazzicavano in quel sito qualcuno dice che questo è un blog dove si critica l’Arena (o il Corriere del Veneto, o il Verona…), questi simpatici microbi possono di trasmigrare da me.
E questo proprio non lo voglio.
Mi dispiace aver usato tutte queste parole, ma forse stavolta mi sono spiegata bene.