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parole minacciose, pericolose e eversive
«L’Italia deve essere liberata “dalle borghesie terziarie pericolose, sempre attratte dal gioco sporco, da scorciatoie e dalla tentazione di deviare il corso democratico degli eventi”».
Lo dice Sacconi qui.
Il m-i-n-i-s-t-r-o Sacconi.
A parte che non si capisce esattamente che cosa vuol dire «borghesie terziarie pericolose»; e non si capisce neanche perché tutta la delirante espressione sia al plurale: trovo sconvolgente che un ministro della Repubblica usi parole più oscure delle terzine dantesche commentate da Ottimo, Lana e Buti.
Certamente, nessuno «normale» può capirle.
In realtà, la cosa dev’essere intenzionale, perché così gli asini possono sentirsi importanti e ripetere anch’essi come un mantra borghesie terziarie pericolose borghesie terziarie pericolose borghesie terziarie pericolose, sentendosi finalmente al centro degli eventi, e pure acculturati.
Esattamente come quando i leghisti della prima ora quando in calzoncini corti e canottiera spalla stretta blateravano della repubblica serenissima perché faceva fichissimo e poi ne aveva parlato anche Rocchetta e poi anche la Marin e poi anche tanti altri e loro sì che sanno cosa vuol dire…
In più, un ministro della Repubblica che evoca scenari pluto-demo-pippo mi fa venire in mente il fascismo.
Il potere ce l’ha lui: se ne vuole di più non deve far finta che qualche oscuro complotto glielo stia togliendo.
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