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e senza cuore c’è finalmente decoro
Ricevo e segnalo «Hardecoro, piccola guida all’osceno locale», ovvero una raccolta delle ordinanze del Comune di Verona.
La pubblicazione è interessante per l’idea di mondo che – purtroppo largamente maggioritaria fra coloro che hanno paura di chiunque non sia somigliante al ripugnante standard locale (e nazionale, d’altra parte) – restituisce.
Per esempio:
«(…) sono in continuo aumento le persone che richiedono denaro utilizzando lo strumento dell’accattonaggio anche in forma petulante e molesta, a volte accompagnandosi con infanti o avvalendosi di minori oppure atteggiandosi in modo ripugnante o vessatorio, ovvero esibendo o simulando malformazioni o menomazioni e analoghi mezzi fraudolenti per destare l’altrui pietà».
È inquietante tutto. Ma trovo che la locuzione «esibendo (o simulando)» – entrambi gerundi di verbi transitivi che hanno come complemento oggetto «malformazioni o menomazioni» e «analoghi mezzi fraudolenti» sia indicativa di un corto circuito che definire cerebrale è un po’ troppo. Forse è un corto circuito gastrointestinale.
Per l’amministrazione comunale essere «malformato o menomato» è del tutto equivalente ad avere in dote il privilegio di utilizzare specialissimi «mezzi fraudolenti».
L’ordinanza, infatti, non è solo contro chi «simula», ma anche contro chi «esibisce» malformazioni «E ANALOGHI MEZZI FRAUDOLENTI». Chiedo scusa, ma le maiuscole occorrono proprio.
Per destare l’altrui pietà, dice.
È vietato, in sostanza, avere un cuore.
Anzi: è legittimata l’assenza di cuore.
Viene stabilito che non avere un cuore è bene, che si può tranquillamente dire in pubblico – senza voce, ma nei fatti – «io non ho un cuore, io mi interesso solamente a me».
Se di ordinanze bislacche – dal panino in giù – quest’amministrazione non ne avesse fatta nessun’altra, a me basterebbe anche solo questa che vieta la solidarietà da persona a persona, che legittima la blindatura del cuore di coloro per cui il cuore è solamente un organo da controllare periodicamente dal medico.
E un’orrenda ordinanza che pretende che chi, per dire, non ha una gamba sia così grazioso da non darlo a vedere e faccia finta di averle entrambe, possibilmente.
Magari anche di essere molto felice, perché se fa la faccina triste non siamo in grado di sopportarla.
Magari ci impietosiamo, e questo non si fa.
Sono un po’ cazzi suoi come possa nascondere la sua gamba in meno.
A noi non interessa.
D’altra parte la povertà aguzza l’ingegno, no?
Non vogliamo vedere.
Ci siamo solo noi.
Tu no, tu fuori, tu via, tu bastardo, tu paura, tu orrore, tu schifo, tu delinquente, tu morire.
Io vivere, io scopare, io soldi, io vacanze, io ricco, io regolare, io normale, io figo, io fatto culo per arrivare dove sono.
Sì.
Ti sei fatto il culo.
Ma adesso dove sei?
Stessa cosa, cara Federica, per Milano.
Non so da voi, ma da noi (anzi nell’intera Lombardia) la Lega ha fatto passare una bislacca legge-regolamento conosciuto come anti-kebab per cui non si possono mangiare per strada i classici panini arabi, ma poichè la legge dovrebbe valere per tutti i cibi, non si possono mangiare nemmeno i panini non arabi, i panzerotti, le pizzette, i dolci per non parlare dei gelati e delle bevande.
ovviamente una cosa così stupida è rimasta inapplicata (che io sappia)
Interessante il link con tutti i divieti riusciti e tentati a Verona.
Ahimè.
È interessante, sì.
Quei ragazzi sono bravi.
Ma purtroppo è la vita della mia città.