Tags
Related Posts
Share This
precario è bello
Dice il Corriere: «Brunetta: “Basta con film e libri che mitizzano i precari”».
Al ministro questa storia «fa schifo», e gli «fa anche venire l’orticaria».
Meraviglioso.
Quest’uomo è uno spettacolo pirotecnico.
In fondo – a parte una pomatina antistaminica al bisogno – lui desidera solo che gli schiavi siano contenti e mostrino un po’ di riconoscenza.
Una pretesa come questa può sembrare irragionevole solo a gente che ragiona secondo schemi vecchi e superati.
Non so.
Per esempio a quelli che pensano che prima di parlare bisognerebbe riflettere, o almeno provarci: che è poi esattamente l’inutile ciarpame del quale la nuova politica ci ha insegnato a liberarci.
Come tuffo nella modernità consiglio la lettura di ciò che un altro ministro, Sacconi, sta preparando per noi.
Cito, per far capire meglio: a lui interessa riformare lo Statuto dei lavoratori organizzando – attenzione – «un corpo di tutele sostanziali del lavoro costruite per geometrie variabili, in funzione cioè del reale grado di dipendenza economica del lavoratore e non solo di parametri astratti e formali».
Ha ragione.
Magari il lavoratore non ha alcuna dipendenza economica dal suo stipendio, e lavora solo per il piacere di avere a che fare con i colleghi e con i capi, o anche solo per il gusto di sentirsi utile.
Uno così, in effetti, perché non licenziarlo?
…come sarebbe bello un governo solo di veline, solo e soltanto di veline. Ed invece ecco sacconi, ecco brunetta.
Altrimenti come potrebbe essere di nani, ballerine e pagliacci?
Tremonti lo mettiamo tra questi ultimi o tra gli acrobati?
Tremonti per me va tra le ballerine, perché sta sempre sulle punte delle scarpine, barcamenandosi come Giselle tra le esigenze dell’Economia dello Stato e quelle dei (…) di cui è da sempre il consigliere (o “consigliori” ?)…
Ma Brunetta… Eh no! Brunetta va tra gli acrobati, anche se è nano…: infatti, questo essere improbabile ed autorefernziante Premio Nobel (bah…!) fa salti mortali con la sua stessa intelligenza: fare le affermazioni che fa è davvero “senza rete”…!! Che Dio ce ne liberi, di cotanto furbacchione…! Piuttosto, prima di dar lezioni di Morale, ci speghi come ha ottenuto la docenza universitaria e le altre tante (troppe…) prebende di Stato…!!!
Ai (…) non vi sarà mai fine, finché la Legge premierà chi la sappia violare ben bene!!!
Guido
Fayolino, io ho fatto la solita «operazione censura», eh…
Mi dispiace; ma come devo fare? Non ho altro modo!
Lo so Federica carissima, e lo comprendo e lo apprezzo: tanto, chi legge ha capito cosa volevo dire…
E però, che ci si debba censurare così, non è un bel segno per una Democrazia come pretendiamo di essere (Sarà un caso che stiamo in poessima posizione, quanto a Libertà di stampa…?)
Non c’entri tu, mia carissima Amica: c’entra chi ci costringe a metterci la mordacchia (a Roma vuol dire “la museruola”) da soli, per evitare guai maggiori…!
Sbaglio, o non cominciò così anche il “Ventennio” che oggi viene così rivalutato…?
Un abbraccione, Fede!!!
Guido
Guido.
Credo che tu abbia ragione solo in parte.
C’è differenza fra la censura (e l’autocensura) e il dovere di non integrare il reato di diffamazione.
Io sono una giornalista.
Se argomento in modo articolato una critica anche feroce ritengo di aver fatto il mio dovere perché ho esercitato il diritto di critica che appartiene a ciascuno.
Se invece dico che uno è un imbecille, faccio per dire, questa si chiama diffamazione.
E’ diverso.
Scusami, ma io la penso così.