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piazza fontana e la «davantologia»
Non ho la minima intenzione di sostenere che un magistrato abbia sempre ragione, ma questa frase dell’allora giudice istruttore Giampaolo Zorzi in relazione alla strage di piazza Fontana dovrebbe bastare a insinuare qualche piccolo dubbio anche nelle menti più quadrate, anche negli osservatori più «sereni» (immagino che a loro piacerebbe moltissimo essere definiti così).
Dal Corriere.it: «Zorzi ha scritto di essersi trovato davanti a un “meccanismo che fa letteralmente venire i brividi, soprattutto di rabbia, in quanto si propone quale riprova, se mai ve ne fosse bisogno, dell’esistenza e costante operatività di una rete di protezione pronta a scattare in qualunque momento e in qualunque luogo”».
Cari profeti della «davantologia», non tutto ciò che sembra potersi definire «dietrologia» è opera di menti contorte e complottarde.
Il vostro argomento principale – le cose sono molto più lineari, siete voi a vedere fantasmi dappertutto – è l’argomento tradizionalmente usato da tutti i poteri per far carne da macello degli oppositori.
Per mandarli in manicomio, per esempio; o in prigione; o semplicemente per screditarli.
Qualche volta sarebbe bello che ci pensaste. Che vi interrogaste – oltre che sul merito, sul quale amate sentirvi imbattibili, in forza della vostra ineguagliata capacità di analisi – anche sul metodo delle vostre affermazioni; sulla loro storia, sulla loro genesi.
In subordine, basterebbe che ammetteste che voi per primi non credete veramente in quel che propagandate, ma che il potere vi piace, i soldi pure, e – infine – tenete anche famiglia.
Sarebbe drammatico se ci credeste davvero.
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