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non bastava che fosse morto
Questa è una storia minima.
Minima per così dire.
Un ragazzo marocchino è morto in piscina, forse di congestione.
E i giornali hanno pensato di edificare su una tragedia che era notizia già di per sé (morire davanti a due-trecento persone è notizia di «vendibilità» immediata, come ogni buon cinico sa immediatamente valutare da solo) una merlatura di pathos per «venderla» meglio, dimostrando di essere ben più che cinici.
Dimostrando di non voler tentare nemmeno di usare lo spirito critico, e di non avere troppo a cuore il rispetto dei lettori.
E, acriticamente, ci sono cascati praticamente tutti.
Tutti a dire che la gente è rimasta in piscina ostinatamente perché della morte di un fottuto quindicenne marocchino non importa niente a nessuno.
La decenza impediva di scriverlo a chiare lettere, perché non era stata fatta nessuna verifica, ma il sottotesto era proprio questo.
Il Corriere:
«Quindicenne muore in piscina, gli altri continuano a fare il bagno».
La Repubblica:
«Muore in piscina, continuano a nuotare
Il caso a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. La vittima un ragazzo di 15 anni, marocchino, stroncato forse da una congestione. I clienti si sono rifiutati di uscire dall’acqua».
Nessun virgolettato; nessuna testimonianza di prima mano; pezzi singolarmente brevi.
C’era qualcosa che mi puzzava, in questa esibizione di moralismo per le sorti di questo quindicenne.
Così, ho deciso di cercare in giro.
Dalla «Gazzetta di Reggio»:
TRAGEDIA IN PISCINA A SCANDIANO
Ragazzo di 15 anni si tuffa e muore nell’acqua
La tragedia pomeriggio al centro «Azzurra» forse a causa di una congestione dopo il pranzo. Passati alcuni istanti prima che qualcuno lanciasse l’allarme
(…)
Nonostante tantissima gente stesse facendo il bagno in quel momento, dalla ricostruzione operata dai carabinieri della stazione di Scandiano pare che nessuno si fosse accorto del malore occorso al ragazzo. Sembra infatti che siano passati alcuni minuti prima che qualcuno, vedendo il corpo inerme del giovane, segnalasse l’accaduto ai bagnini della piscina (…). Dopo le urla di alcuni bagnanti, sono scattati i primi soccorsi. Ma chi si stava rilassando in acqua, in quel momento, ha impiegato un po’ a capire quello che stava accadendo e a farsi convincere dagli inservienti ad uscire dalla vasca».
Non è una storia un pochino diversa?
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