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madonna veronica congeda la servitù
Il Corriere ci informa del fatto che Veronica Lario è triste perché si sente sotto attacco.
Il pezzo è tutto un «Veronica sarebbe», «Veronica avrebbe detto»: modo di procedere che mi spinge a domandarmi che tipo di fonte sia quella che usa i condizionali invece che gli indicativi per raccontare una cosa che sa.
E l’uso del condizionale non mi pare meno insensato se il suo obiettivo è mascherare il fatto che il giornalista ha saputo le cose direttamente dal protagonista del suo pezzo (in questo caso, Veronica).
Comunque. La moglie di Berlusconi (che ha impiegato trent’anni a capire la tempra dell’uomo con cui s’è sposata, e a giudicare colma la misura) dice che è affranta perché la stampa la dipinge come una tipetta influenzabile. «Un’immagine», leggiamo, «che avrebbe ferito profondamente Veronica Lario. Donna che giorno dopo giorno ha costruito una sua identità di persona forte e indipendente. Rientra in questa sua voglia di libertà anche la scelta di godersi il nipotino senza affidarlo a tate. O l’abitudine, dopo le sette di sera, di congedare tutto il personale di servizio per poter vivere la casa. Ecco perché non ci sta, Veronica, a farsi screditare».
Se il personale di servizio l’avesse congedato alle otto, invece, essere screditata le andava bene?
Detesto quest’idea di «ehi, plebe! Venite con me a guardare dal buco della serratura gli scampoli di vita di questi nuovi ricchi! Vedete? Là c’è la serva guardarobiera, qui a sinistra il maggiordomo addetto al tè…».
Vivere la casa, eh?
Tipo che questi servi son tanto tanto utili, ma a una certa ora devono andar fuori dai piedi perché insomma, se loro son qui io non mi vivo mai la casa…
Aggiungo solo una frasetta pronunciata da Ghedini, avvocato del marito di Veronica, a proposito del collier da seimila euro regalato a Noemi: «Dobbiamo intenderci: seimila euro per Berlusconi non equivalgono certo a seimila euro per un comune mortale. E poi il Natale scorso la Damiani è arrivata ad Arcore con tutto il campionario. Una roba meravigliosa. E Berlusconi si è messo lì, paziente ad ordinare: trenta collanine, venti ciondoli, quaranta bracciali…».
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