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il fazzoletto e i consigli di bellezza
In tema di frivolezza, vorrei consigliare all’Ottimo Massimo l’utilizzo di fondo tinta mat dalle tonalità meno terracotta di quello che usa nascosto nel Suo patetico fazzoletto bianco da travet anni Sessanta in viaggio sull’Autosole alla guida di Fiat 124 verde bottiglia con portapacchi e valigie legate con elastico, famiglia al seguito e moglie crocifissa sul sedile anteriore dalla possanza del frigoriferino portatile.
Oltretutto, bisognerebbe che qualcuno gli spiegasse bene che la magia del fondo tinta non è solo nella sua nuance, che dev’essere dello stesso colore-base dell’incarnato, ma solamente di un quarto/mezzo tono più scura – pena l’immediata volgarizzazione delle complessioni anche più raffinate; figuriamoci della Sua – ma anche nella texture della crema (o crema-polvere, o fluido) e nella sua efficace distribuzione sulla pelle.
La chiazza di fondo tinta fa tanto transessuale sostanzialista, del sottotipo «chissenefrega, l’importante è acchiappare pane anche stasera» (transessuale imprenditore, di fatto; non transessuale modello-base).
Per il Suo bene, dico.
Importante è fare anche esercizi di memoria.
Smentendo di aver mai detto che il Parlamento è inutile e dannoso quando lo si è detto esattamente il giorno prima, e – sfortunatamente – davanti alle telecamere che ne rendono conto alla perfezione su YouTube, si dimostrano la propria veneranda età e la propria difficoltà nelle sinapsi molto di più che col fondo tinta della nuance sbagliata.
Cara Federica…
io – lo sai, ormai – vengo dalla cara e vecchia Democrazia Cristiana: fui gratissimo allievo di un vero galantuomo come Giovanni Marcora, un seguace del Sogno audace di Benigno Zaccagnini, e un ammiratore del sobrio rigore di Oscar Luigi Scalfaro… Ma quell’età è purtroppo finita, travolta dall’agire ignobile di tanti altri…
Però, e forse ancora conservo il Sogno in me – penso che chi fa politica debba essere assolutamente sobrio e naturale: per questo, ritengo che i politici “riciclati”, sia esteticamente che “politicamente”, saranno i peggiori testimoni di una Società che rischia di fuorviarsi dietro alle “cattive compagnie” rappresentate dall’incultura che oggi viene – volutamente – ammannita al popolino caprone (così avrebbe detto il mio caro Pasquino, d’ età papalina)…
Però, se mi chiedete un giudizio estetico, mi permetto di darne qualcuno… Bondi: sembra un Lombrico, pur se con meno luminescenza di quelle prorpia della specie… Larussa: ci si manifesta con uno sguardo che avrebbe davvero sollucherato il buon vecchio Cesare Lombroso… Cicchitto: Lombrico, come Bondi, ma con tutta la tipica luminescenza… Capezzone: appare come un tapiro, incrollabile e tardo nel suo fare e dire, ma comunque ovvio ed inefficace, oltre che scontato… Bonaiuti: sarcastico senza averne l’aria, e senza averne l’efficacia: ricorda tanto un Fede senza però essere un giornalista… Ehm… Ma Fede è davvero un giornalista…?
Vabbé, stretta la foglia…