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come ti massacro una notizia
Il disegno di legge sul quale oggi è stata chiesta la fiducia che si voterà domani rappresenta un’occasione particolarmente interessante per esemplificare un fenomeno che sui giornali si ripropone costantemente: politici pronti ad affabulare parole propagandistiche, confuse, contraddittorie, e incongruenti con l’ordinamento dello Stato di cui sono tecnicamente rappresentanti; nessun giornalista che abbia voglia di verificare; e la conseguente inesistenza di versioni «ufficiali», o perlomeno caratterizzate da un qualche crisma di credibilità: di talché, nella confusione che ne deriva, chiunque può dire qualunque cosa con lo stesso tasso di attendibilità, esattamente come nella propaganda.
il nuovo reato
Il cosiddetto «ddl sicurezza» – copio – «introduce nell’ordinamento italiano il reato di “ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato”».
Il testo prevede anche «l’obbligo di “presentare il permesso di soggiorno agli uffici della pubblica amministrazione ai fini del rilascio di licenze, autorizzazioni, iscrizioni e altri provvedimenti di interesse dello straniero comunque denominati” per la richiesta degli “atti di stato civile o per l’accesso a pubblici servizi”».
l’anagrafe e il neonato
Questo significa, fa notare un gruppo di giuristi, che «la donna clandestina che partorisce in Italia, ma non è in possesso del permesso di soggiorno, se iscriverà il figlio all’anagrafe potrà essere denunciata per immigrazione clandestina».
l’adottabilità
Dice l’Ansa: «Per accedere ai pubblici servizi, gli stranieri dovranno esibire il permesso di soggiorno (tranne che per l’iscrizione dei figli alla scuola dell’obbligo). Altrimenti, essendo la clandestinità un reato, scatterà l’obbligo della denuncia. Le madri irregolari non potranno iscrivere i propri figli all’anagrafe, e quelle sprovviste di passaporto non potranno neanche riconoscerli, rendendoli così subito adottabili».
maroni smentisce
Maroni smentisce: la legge Bossi-Fini, sostiene, «prevede la concessione automatica del permesso di soggiorno per i primi sei mesi dalla nascita del bambino, sia per il figlio che per i genitori». Dunque, intende dire, i bambini non saranno affatto adottabili.
e il passaporto?
Replica Donatella Ferranti del Pd: «Se una donna clandestina partorisce in Italia ma non è in possesso del passaporto, a causa del ddl sicurezza non potrà riconoscere il proprio figlio, oltre a non poterlo iscrivere all’anagrafe. E se la puerpera irregolare non può per legge (la Bossi-Fini, ndr) essere espulsa e le viene dato, per il periodo della gravidanza un permesso di soggiorno provvisorio», perché il questore le possa dare questo documento temporaneo «la clandestina deve avere il passaporto. Circostanza che molto spesso non si verifica. E allora, per sottrarsi al pericolo di denuncia, il genitore straniero privo di permesso di soggiorno eviterà di registrare la nascita del figlio. E a causa del mancato riconoscimento si apriranno procedure di adottabilità dei neonati».
Un po’ involuto, d’accordo: ma tutto sommato abbastanza comprensibile.
due domande
Bene.
Adesso io mi domando due cose, una (biforcuta, come dire) di metodo e una di merito.
fonti normative
Se il cosiddetto ddl sicurezza diventerà legge senza alcuna modifica – così sembra, visto che almeno alla Camera è stata chiesta (e sarà ottenuta) la fiducia – la legge che ne risulterà avrà efficacia assolutamente uguale a quella della Bossi-Fini.
Poiché nessuna delle due è una legge costituzionale, dal punto di vista della gerarchia delle fonti normative non c’è alcun elemento ragionevole per ritenere che l’una possa essere sovraordinata all’altra.
se non lo sa lui…
Ora.
Come può un ministro della Repubblica – ancorché leghista – sostenere che una legge ordinaria (la Bossi-Fini) prevale su un’altra legge ordinaria (il ddl sicurezza, quando sarà diventato legge)?
Su quale manuale di diritto costituzionale ha studiato?
Quali elementi possiede per dirlo?
Perché nessun giornalista gliel’ha chiesto?
… e lei che gli va dietro
E poi.
Come può la capogruppo del Pd in commissione giustizia – questo è l’incarico di Donatella Ferranti – argomentare alcunché, riconoscendo per ciò stesso agli argomenti di Maroni la dignità che essi non hanno, perché sovraordinano senza alcun motivo una fonte normativa a un’altra fonte normativa di uguale livello?
e nel merito…
Fin qui nel metodo.
Ma nel merito c’è da domandarsi un’altra cosa.
Ammettiamo che sia vero che la Bossi-Fini prevale, e che dunque una madre clandestina conquisti effettivamente dopo il parto un permesso temporaneo di soggiorno.
E ammettiamo anche che non esista il problema del passaporto a cui ha fatto riferimento la Ferranti.
un premio a una «criminale»? da questi qui?
Bene.
Se questa nuova disposizione introduce nel nostro ordinamento il reato di clandestinità, com’è possibile che a una puerpera clandestina – e perciò autrice di un reato – venga riconosciuto un permesso di soggiorno?
Potrebbe anche essere, per carità: ma da qualche parte dovrebbe pur esserci scritto!
Nella Bossi-Fini no, perché è precedente all’istituzione del reato di clandestinità.
Nel ddl sicurezza nemmeno.
razzisti e moderati
Tirando le somme, le conseguenze che riesco a trarre da questa storiella sono due.
La prima è duplice: il governo vuole, alle europee, i voti dei razzisti, e per prenderli non esita a scrivere leggi contraddittorie con il resto del sistema legislativo del Paese. Ma vuole anche i voti di quelli che hanno il piacere di considerarsi moderati, e allora dice che prevale la Bossi-Fini (sì. Siamo al punto che la Bossi-Fini passa per essere una legge moderata).
l’ospedale della libertà
Col risultato che ogni ospedale farà un po’ come diavolo gli pare. Il che, per un legislatore che dovrebbe avere a cuore l’uniformità della legge e della sua applicazione, non è un risultato da poco.
i giornalisti e la fascistizzazione
La seconda: nessun giornalista ha avanzato un solo dubbio.
Hanno semplicemente scritto che Tizio ha detto e Caio ha replicato. Ma la forza di fare un paio di domande per tagliare la testa al toro non mi sembra che l’abbia avuta nessuno.
A corollario di questa seconda conseguenza, mi sento di dire che la corresponsabilità che noi giornalisti portiamo nella fascistizzazione del Paese è tragicamente sempre più evidente.
zitti, allineati e coperti
Casi come questi la rendono macroscopica.
E noi tutti zitti.
Allineati e coperti.
E più confusione c’è intorno alle cose, più le affermazioni diventano propaganda, più si allontanano dai fatti, più sfumano nell’indistinto, dando a chiunque la possibilità di collocarli nella propria preconcetta libreria ideologica, senz’alcuna attenzione critica, senza sforzo.
ha ragione noemi
Sì.
La verginità, come dice la cara Noemi, è veramente un valore importante.
Anche perché, se Maroni ha ragione – se, cioè, basta partorire per ottenere un permesso temporaneo di soggiorno – io penso che in Italia di qui a poco entreranno solo ed esclusivamente donne molto incinte, di modo da poter partorire e rimanere qui almeno sei mesi.
come sophia loren
Finiremmo praticamente come Sophia Loren in quel famoso film che raccontava la storia della contrabbandiera che non poteva mai essere arrestata perché continuava a rimanere incinta.
Il che basterebbe a instillare qualche dubbio anche nelle menti più semplici.
Basterebbe a darci un primo indizio del fatto che in questa vicenda del cosiddetto ddl sicurezza qualcuno non la sta contando giusta…
Ps. Leggete i pezzi di Corriere e Repubblica, per esempio: qualcuno chiarisce qualcosa sull’asserita e inspiegabile maggiore efficacia della Bossi-Fini?
Non mi pare.
Anzi: qualcuno scrive che «Maroni ha voluto precisare» eccetera.
E uno che «precisa» è divulgatore di verità assoluta.
Strano, visto che nei titoli tutti parlano di «giallo»…
Ciao Federica, bell’articolo davvero: cito “chiunque può dire qualunque cosa con lo stesso tasso di attendibilità, esattamente come nella propaganda.”
Secondo me è da parecchio che l’informazione, in Italia, si è trasformata in propaganda.
ciao
Se per questo anche la pollitica della parte che è al governo.
Pura e semplice facciata. Quando agiscono lo fanno nel retrobottega.