non perdiamo tempo con le notizie, su

TERREMOTO: BERLUSCONI, NON RIEMPIAMO GIORNALI CON INCHIESTE

(ANSA) – L’AQUILA, 18 APR – «Ben vengano le inchieste, ma per favore non perdiamo tempo, cerchiamo di impiegarlo sulla ricostruzione e non dietro a cose che ormai sono accadute». È lo sfogo del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, su come i media stanno trattando la vicenda terremoto in Abruzzo. «Se qualcuno è colpevole, le responsabilità emergeranno – ha concluso Berlusconi – ma, per favore, non riempiamo le pagine dei giornali di inchieste».

A parte il fatto che l’Ansa scrive che questo è uno «sfogo» (definizione decisamente eccentrica, per un’affermazione caratterizzata da alto potenziale eversivo camuffato dal solito ridicolo apparente buon senso), mi domandavo:

a) chi farà emergere le responsabilità, se i pm – come dice lo stesso Berlusconi – sono una delle tre professioni adatte a chi «nasce con il piacere di fare del male» (le altre due sono il dentista, dice, e il delinquente);

b) che cosa dovrebbero scrivere i giornali, se non quel che accade e quel che è accaduto? Cos’è? Fare un’inchiesta è maleducazione? (Onestamente la pensano così in tantissimi, anche nei giornali);

c) come ci si può occupare del futuro, da giornalisti, se non facendo propaganda? Come, se non scrivendo cose come il governo farà, il governo ricostruirà, il governo darà?

L’ultima cosa riguarda Sacconi, che ieri ha detto di voler dare – per la prima volta, aggiunge in tono trionfale – l’indennità di disoccupazione anche ai lavoratori autonomi che per colpa del terremoto non riescono per ora a lavorare.
Bene.
Queste parole dimostrano con una nitidezza sconcertante la convinzione governativa che il lavoro dipendente sia definitivamente morto.
A modo nostro, tutti imprenditori.
Tutti a condividere il rischio d’impresa, su.
Ma possibile che Sacconi non potesse chiamarlo in un altro modo, invece che sussidio di disoccupazione?
Non poteva chiamarlo – che so – contributo?
No.
Dev’essere che gli pareva più importante far passare il concetto che fra lavoro dipendente (morto, ripeto; e – se ancora vivo – moribondo) e imprenditoria non c’è differenza.

Che lapsus, eh?