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merlo e il «carattere italiano»
Al di là del punto generale che voleva asserire nel suo articolo – che in questo Paese manca una cultura antisismica eccetera – mi domando cosa intendesse dire Francesco Merlo (del quale ho avuto altre occasioni di parlare, in effetti) con questa frase:
«Pure Benedetto Croce perse i genitori in un terremoto e ne trasse un carattere italiano di grande equilibrio, di prudenza e di stabilità. Insomma i terremoti fanno purtroppo parte della storia del nostro paese, (…), magari nascosti negli anfratti del carattere nazionale».
Certe cose – come un «carattere italiano» – sono veramente inspiegabili: è come se venissero dalle indulgenze letterarie di uno di quel libri di storia delle medie scritti da storici di sesta fila, di dottrina borghese ma vagamente superomista; di quel tipo che al liceo, rozzi che eravamo, pensavamo fosse anche un po’ fascista; testi nei quali la storia (alla quale immancabilmente viene riconosciuta l’iniziale maiuscola) viene ritenuta disvelatrice di personalità eccezionali temprate al clima meteorologico e familiare di un preciso milieu, e materialmente «fabbricata» da uomini di assoluta eccezionalità.
Magari uomini con un «fiero carattere macedone» come Alessandro; o con un «equilibrato carattere italiano»; o – come Merlo ha scritto sempre su Repubblica – con radici in quella «borghesia veneta» che, essendo «una delle migliori borghesie regionali d’Europa, ha prodotto la migliore cultura d’Italia».
Come se fossero arance di Sicilia.
Quelle più buone perché là c’è il sole giusto.
Solo una postilla. Se queste sono le grandi firme che tengono alto il nome del mondo che si può supporre approssimativamente definito dalla locuzione «avanguardia culturale liberal», non mi stupisco che nei giornali collocati dalle parti della retroguardia circoli certa gente. Dal carattere così italiano, peraltro.
E mi viene in mente adesso, all’improvviso, che lo stesso Berlusconi, rifiutando gli aiuti stranieri per il terremoto, ha detto che gli italiani «sono un popolo fiero e di benessere».
Ps. Consiglio di leggere il commento che Fayol, ora all’Aquila, ha lasciato al post «consiglio di prenderne nota».
Grazie, Guido.
Federica cara: in ogni tragedia c’è chi approfitta del proprio curriculum per dire stronzate: e c’e chi dice quelle che tu stigmatizzi: che vengano qui, costoro, a sporcarsi le loro curate manine…!!!
Io, da quando son qui, ho i calli alle mani ed il sangue sulle unghie!!! Ma questo non conta, perché io non perdo tempo a chiacchierare: qui c’è da scavare, per tutti, e a mani nude!
Guido