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il grande saggio super-papa
“Il papa all’Aquila: ‘Ora case solide'” a me sembra un titolo semplicemente assurdo.
Appena meglio fa il Corriere, scrivendo in homepage (ma non all’interno) “Ora case e chiese solide”.
Mi sembra decisamente strano che qualcuno sottintenda la possibilità teorica che il papa potesse dire “ora case deboli”, che il papa abbia una sua qualche voce in capitolo in relazione alla stabilità architettonica degli edifici, o che il papa meriti un titolo di giornale per aver detto una simile cazzata.
Sono sicura che se fossi al lavoro, la considerazione che se il papa fa qualcosa in pubblico – qualunque cosa, e comunque sia – gli si deve comunque un titolo purtroppo mi sarebbe sembrata – sì – fastidiosa, ma come uno di quei fastidi inevitabili, tipo le mosche d’estate.
Cosa fa la distanza, eh.
Ah.
Ho copiato la spiritosissima articolessona di Stella su Lombroso.
Su Lombroso, sulle apparenze, sulla facilità (e sull’antipatica aria di sufficienza) con cui si prende il giro il determinismo lombrosiano senza:
a) storicizzare, e
b) rendersi conto del determinismo becero da cui si è quotidianamente circondati e quotidianamente lodiamo come esempio di lungimiranza politica e morale,
prometto un post.
Prima o poi.
Il Papa intendeva dire; le Chiese devono essere solide, in quanto alle case …pazienza.
Peraltro se le persone non avessero il proprio tot di disgrazie, loro che ci starebbero a fare?
No dai, non ti metterai a difendere un Lombroso solo perchè G A Stella ne parla male.
Lombroso è proprio indifendibile.
Ha tirato fuori le sue str…..e un secolo dopo Darwin e 40 anni dopo Beccaria!
Oppure è perché hai apprezzato il suo saggio: «Perché i preti si vestono da donna»?
E poi, per fargli un po’ il verso, basta il suo cognome a mostrare che qualcosa che non va ce l’aveva 😉
@ Pablo: esatto.
Loro somno dei perfetti amministratori di consolazioni in caso di sfiga.
@ andrea b: sì, lo difendo, ma non perché GAS ne parla male, ridicolizzandolo.
Lo difendo alla maniera in cui l’avrebbe difeso il grande dublinese Oscar Wilde: sostenendo che “solo i superficiali NON giudicano dalle apparenze”, nel senso che sul volto di una persona, nei suoi occhi, sulla sua pelle, nei suoi gesti, nel suo modo di occupare lo spazio, c’è tutta la sua storia.
Niente di deterministico, ovviamente.
Casomai qualcosa di poetico, o se vuoi perfino romanzato.
La scienza non c’entra, naturalmente (ma esiste, la scienza? Ok, non è il caso di andare troppo in là, anche se qualche domanda rispetto alle pretese scientifiche di molte delle nostre discipline da stregoni bisognerebbe pur farsela, ma vabbè).
Niente che ti consenta di capire se guardando un uomo o una donna quell’uomo o quella donna siano disonesti, o delinquenti.
Ma negli occhi c’è tutto.
E’ questione di interpolare i segnali evidenti.
Chiaramente si può sbagliare interpretazione, ma in genere con una buona mappa di “puntini” esteriori (nel senso di “visibili”) di partenza, l’idea generale di una persona o di una situazione raramente riesce a essere radicalmente sbagliata.
Ok.
Praticamente ho fatto il post!
No.
Scherzi a parte.
Ci voglio tornare.
Ma è proprio qui che sta la devianza del lombroso. Non considerava le apparenze e tutto quel mondo di messaggi impercettibili ma fondamentali che una persona ti dà nella sua umanità.
No, lui pretendeva di scientificizzare. misuratri il cranio col centimetro, guardare l’inclinazione e la lunghezza del naso e così via.
Il contrario, l’esatto contrario di quello che sostieni tu.
Per una sola persona potrei fare un eccezione ed essere tentato di applicare la metrica lombrosiana: Gasparri.
Solo un ultimo avvoltoio, e magari poteva andarci prima, per essere forse credibile…!
Spero solo che chi ancora ha intelligenza capisca che cè tanta gente che specula sulla pelle di chi ha sofferto questa ennesima disgrazia “annunciata”…!
Guido
Ciao, Fayol!
Sei tornato dall’Abruzzo?
@ andrea b: come ti dicevo, non c’è niente di scientifico in quel che sostengo io, ma quel che sostengo io non è l’esatto contrario di quel che sosteneva Lombroso, nel senso che anche Lombroso era del parere che da ciò che si vede si possano inferire conseguenze importanti.
Poi è ovvio che il problema – mi pare di averlo scritto, nel post, ma potrei sbagliarmi: in questi giorni il cervello lavora un po’ troppo, rispetto al numero dei neuroni a disposizione – è il determinismo.
Ma quanto idiota determinismo c’è nelle affermazioni di GAS (e dei gassosi d’ogni tipo, Brunetta compreso), quando fanno letteratura facile facile sull’argomento che la pubblica amministrazione è fannullona, le donne vanno a fare la spesa, che per fare le cose si sprecano un sacco di soldi?
Mi tocca rimandare ai miei vecchi post sulla retorica del fannullismo, sul brunettismo, sullo stellismo e sul grillismo.
La differenza fra loro è nominale: il modo di argomentare mi sembra molto simile.
Sono un po’ lombrosiana, sì.
E’ uno dei pochi miei concittadini a cui sento di dovere qualcosa.
Se non altro perché a volte, cazzo, ci becca.
Non ti pare che sul cranio di Silvio ci siano tante cosucce da poter dire?
Io continuo a preferire l’occhio. Quell’occhio inquietantemente triste e freddo anche, e soprattutto, quando sorride a tutti-denti.
La misura del cranio è una stronzata, serve solo all’antropologia forense per determinare la provenienza etnica di un reperto osseo.
Sì, la misura del cranio è una stronzata.
Sono completamente d’accordo.
Sì, Federica: come altrove ho scritto, mi hanno fatto tornare a forza, perché le “regole d’ingaggio” ci sono anche per chi fa il soccorritore… Non le critico, certo, perché so bene cosa mi è costato stare due settimane a L’Aquila, in termini di stress e di ansia… Ancora oggi, mi sveglio di soprassalto, nella notte, e d’impeto mi alzo dal letto per schizzare fuori dalla mia casetta darda, solida e non sismica, verso chi magari avesse bisogno d’aiuto…
Mi rimane, questa “coazione a ripetere”: e ogni volta, dietro i miei occhi si materializzano immagini che ho visto in quelle due settimane: persone, esseri umani, che avevano bisogno di qualcun altro!!! Ed io, lì, ero proprio un “qualcin altro”… Sono orgoglioso di esserci stato, e rimpiango solo di non aver potuto eserci ancora di più… Ma le Regole sono Regole…!
Guido