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una penna in bocca e tre denti di troppo
Ridere fa bene, d’accordo.
Se anche uno volesse restare scettico sull’effetto francamente curativo della risata, c’è comunque il fatto che se si ride vuol dire che – se non altro – ce lo si può permettere. In altri termini, vuol dire che non c’è da piangere.
Oggi l’Ansa – in un numero un po’ abbondante di righe – racconta di alcuni studi che acclarano il punto.
Ma c’è un passaggio che mi lascia un po’ così: «Addirittura basta dipingersi sul volto l’espressione della risata, labbro superiore sollevato e bocca a 35 denti in bella mostra. Anche se indotta in modo artificiale per esempio tenendo in bocca una penna, ha di per sé effetto positivo sull’umore, ha scoperto Fritz Strack dell’università tedesca di Wurzburg».
Due domande.
Parto dall’ultima.
Professor Strack, mi spiegherebbe bene come può una penna tenuta in bocca indurre una risata, ancorché artificialmente?
L’altra domanda è questa: quanto dev’essere tenuto sollevato, esattamente, il labbro superiore per poter disvelare l’inopinata presenza dei tre denti soprannumerari rispetto ai 32 canonici di cui ero stata finora consapevole?
Secondo me questo lancio l’hanno scritto per aiutarci a stare un po’ meglio.
Ridendo, dico.
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