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renzi, il nuovo che avanza
Stesa sul divano, ho visto un po’ della trasmissione di Santoro.
Di questo Matteo Renzi mi han colpito un paio di cose.
Una è che su punti specifici – per esempio, il caso Englaro, o lo stupro della bambina brasiliana – parla come uno che intende acchiappare il consenso di quelli intelligenti, portati a credere che da quel singolo punto si possa inferire che Renzi è più di sinistra di quanto lascino pensare la mascella cascante e il labbrino che tende al ripiego interno.
La seconda è che sulle questioni di scenario – per esempio, il testamento biologico (argomento su cui ha ritenuto di dire che secondo lui un partito deve lasciare libertà di coscienza); o i sindacati «da cambiare perché in Italia il welfare è in mano ai nonni», e poi un giorno me la spiega meglio – parla come uno che intende acchiappare il consenso di quelli un po’ scemi, portati a credere che se è così poco rigido, beh, allora è certamente uno moderato.
Infine.
Uno che parla dell’Italia definendolo «sistema-Paese» secondo me non solo non può essere di sinistra, ma non è nemmeno possibile che sia stato negli scout.
Per mia fortuna ieri sera ero alla presentazione dell’ottimo candidato sindaco di un comune chiantigiano. Una persona brava, giovane (nei fatti coetanea di Renzi), preparata, consapevole che il suo consenso è innovazione e continuità con un filo che avvolto indietro presto diviene rosso.
Poiché, poi, credo che LA SINISTRA fiorentina farebbe bene ad appoggiarlo evito di ascoltarlo, un po’ come nel passato mi comportai nei confronti di Rutelli candidato premier, ascoltarlo e poi votarlo (indirettamente si intende) sarebbe stato impossibile.
Solo che, e questa cosa vale sono a Firenze, non possiamo ocntinuare semplicemente a dire ed urlare che quella è una cultura di destra. Eh no. Proprio no. Dobbiamo costruire altro nel tempo presente e costruire altro vale più della relazione politica con Renzi.