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idee un po’ così
C’è qualcosa di peggio che avere a che fare con la stupidità, la disonestà, le persone che pensano d’esser così furbe da potersi tenere al riparo dalle minacce che turbano gli altri, i poveri scemi?
C’è qualcosa di peggio che sopportare i venduti senza poterglielo dire in faccia per pure ragioni di codice penale?
C’è qualcosa di peggio che dover tollerare i soprusi dei bastardi e degli incompetenti?
Di chi non capisce le responsabilità che ha nel condurre tutti verso una tragedia, un baratro?
Credo di no.
Le malattie, forse.
O la povertà nera.
Quella alla quale molti si stanno avvicinando mentre la lattina di cocacola senza collo se la ride e dice «consumate consumate».
L’uomo della foto è seduto sotto casa mia.
La foto è dell’altra notte, quando l’ho visto tornando dal lavoro mentre leggeva il giornale.
La cosa che mi ha sconvolto è che nel momento in cui passavo io stava leggendo le pagine di economia e finanza.
E allora ho pensato che questi tempi sono tempi orrendi.
Né mi ha tirato su di morale questo pezzo di Michele Serra, del quale non condivido l’ultimo capoverso: all’arco della cosiddetta opposizione non c’è nemmeno quella freccia che dice lui.
Che se lo lasci dire da me.
Qui a Verona le cose succedono prima che altrove, e noi in questa città – in ogni singolo consesso collettivo-comunitario – le stiamo vedendo tutte: è proprio finita, non c’è niente da fare.
Come d’altra parte testimoniano questo video in cui herr professor Califano ci insegna a vivere e questo pezzo che invito a leggere fino in fondo.
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