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e se i violentati fossero loro?
La triviale arroganza di questo tipo con la gonna è sconcertante, dà la nausea.
Ma io mi sono stufata del fatto che qualunque cosa dica o scriva uno di questi osceni figuri trova spazio su giornali, tv, siti web, radio e emanatori di codici morse.
Perciò, vorrei che li lasciassimo da soli nei loro palazzi e nelle loro chiese, nei loro patii e sotto le loro sottane, a parlarsi addosso tra di loro, a declamare livorosi la grande verità dottrinale che hanno diritto di vivere anche i puledrini nati da una bambina di otto anni stuprata da un cavallo, e rimasta dopo il parto smembrata in un paio di pezzi sfortunatamente ormai inutilizzabili.
Mi piacerebbe che restassero da soli a dirsi queste cazzate fra di loro, a vivere la dimensione della sessualità come quella cosa sporca e laida quale solo menti e cuori sordidi e sudaticci come i loro riescono a concepirla.
Naturalmente, il Vaticano dice che la scomunica è giusta.
Ci mancherebbe altro.
Tra l’altro, la scomunica ha colpito anche la madre della bambina (responsabilità oggettiva per omesso controllo?), ma – naturalmente – non il violentatore, il quale in fondo ha soltanto fatto in modo che la vita si potesse dispiegare e fiorire.
Io vorrei che dio si vegliasse, domattina, e decidesse che i preti – solo i preti, e solo quelli «giusti» – possono rimanere incinti, e che poi mandasse una batteria di violentatori a stuprarli e a lasciarli gravidi.
Mi ricordo di aver letto un romanzo in cui un giudice antiabortista che aveva costretto una ragazzina – mi pare – ad avere ugualmente il figlio di cui era incinta, viene poi fecondato artificialmente da una dottoressa che fingendo di fargli un’altra operazione della quale l’uomo aveva effettivamente bisogno gli impianta un embrione nell’intestino.
Così è lui, a quel punto, a dover chiedere di abortire.
Non riesco a trovar traccia di questo romanzo su Internet, magari perché sbaglio le parole chiave, chissà. Qualcuno si ricorda come s’intitola?
“Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla”
I lettera ai Corinzi, 13:2
Perché scrivi questo, Cometa?
Non capisco.
Eppure io li preferisco così. Quando gettano la maschera e fanno vedere che la loro religione è diventata solo cieca ed arida dottrina. Quando fanno davvero vedere quanto si siano allontanati dal messaggio di amore e pietas che stava all’origine del loro credo, quello che anche un san Paolo (vedi post di cometa), nonostante tutti i suoi limiti e distorsioni, sottolineava come punto fondamentale nel cristianesimo.
L’idea della religione come «amore» mi è, se possibile, ancora più estranea di quest’idea dottrinaria e acida che vedo operare ora.
Mi spiego, però.
Io ho sempre creduto che, al di là di una generica – e fondamentale, per carità, ma non religiosa, bensì estremamente laica e umanistica – condivisione dell’umano destino e delle umane miserie, l’amore e i suoi succedanei fossero e siano sentimenti che si possono provare, che è possibile provare, solo ed esclusivamente nel quadro di una dimensione strettamente relazionale.
Ovvero: non sono mai riuscita a capire come si possa – ipotesi – amare «per categorie» (che è il principio distorto di talune aberrazioni, ok aberrazioni, del volontariato).
Riesco ad amare solo persone (cose, situazioni) che hanno con me una relazione che implica la condivisione di storia o anche solo di momenti; di vicinanze fisiche e spirituali; di afffinità…
Quest’idea che la religione sia «amore» di per sé mi è proprio incomprensibile.
E al di là della questione che l’antropologia spiega benissimo perchè nell’epica religiosa anche monoteista si renda necessario il sacrificio, mi resta del tutto incomprensibile anche perché occorra che qualcuno muoia, e muoia molto male, fra terribili stenti, per «salvare» me o altri; per dimostrare che mi ama.
Detto questo, però, voglio ricordare che – proprio in nome di quella comune umanità dolente – Donna de Paradiso di Jacopone da Todi è la cosa più meravigliosa (lo so, dirlo è sbagliato) che sia mai stata scritta.
Si trova qua.
Il lemma “religione” preferisco non usarlo. Nell’attuale cultura condivisa, è venuto a significare un efficace sistema di controllo delle coscienze.
Restiamo fuori anche da questioni teologiche sul simbolo della morte di Gesù o altro. Ciò non ha nulla a che fare con la visione della realtà, se non come pretesto del sistema di dominio (vedi sopra). Sgomberiamo una volta per tutte l’attuale convinzione generalizzata che un credente non sarebbe capace di una visione laica del mondo; basta vedere Pasolini, oppure più recentemente Paolo Ferrero, un uomo di grande fede che però la vive come DEVE essere, cioè un fatto assolutamente personale, intima, tra lui ed il suo Dio.
La visione umanistica si radica nella visione dell’altro come tuo simile, come “altro te stesso”. Se hai rispetto per te stesso, ciò che desideri per te lo desideri anche per l’altro. Ciò di cui l’altro è mancante, specularmente ti mostra che anche tu sei potenzialmente mancante. Dunque, l’amore per te si traduce specularmente in amore per l’altro.
Ma siamo in un’epoca in cui c’è poco amore (amore vero!) per se stessi. Epoca di “passioni tristi”.
Questo è un percorso, beninteso, non IL percorso 😉
Ma il fatto che questo percorso, che è piuttosto affine a quello che innerva tutto il vangelo e le lettere di Paolo, sia così alieno dalla condotta della “religione” cattolica, mostra chiaramente come questi signori siano diventati assolutamente autoreferenziali. (O lo siano sempre stati…)
Ti ho risposto? Ciao, cometa
Condivido l’analisi di cometa, ed anzi la trovo un approfondimento assai interessante e degno di ulteriore sviluppo filosofico e morale, cara Federica…
E mi permetto di aggiungere che se Gesù tornasse oggi – senza chiedere permesso ai network che vorrebbero di certo la ripresa in diretta – forse si fermerebbe sul sagrato della basilica di San Pietro e aspetterebbe il momento giusto per cacciare di nuovo i nuovi “mercanti” dal Tempio…!!! E per primo, son certo che sbatterebbe fuori colui che sta riducendo la sua Chiesa ad un manipolo di oscurantisti e violenti impositori di regole pensate da chi non capisce di cosa parla…