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universi divergenti causa crisi
Forse ve la ricordate.
«Quelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv, che fanno i boss, che compran Class, che son sofisticati da chiamare i Nas; incubi di plastica che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara».
È un pezzetto del testo di «Quelli che benpensano» di Frankie Hi-Nrg, uscito una bella dozzina di anni fa.
L’ascoltavo sfrecciando verso Mestre nella mia – allora – nuova Fiesta 12 valvole (yeah, e sentendomi anche fighetta) insieme al collega Claudio che come me stava facendo una sostituzione a Mestre.
Dodici anni son tanti: ne deriva che il testo è onorevolmente precursore di ogni possibile consapevolezza sociologica di massa intorno al deplorevole fenomeno della crescita di un’umanità da «Style magazine».
Correttamente, Frankie individuò nella rivista Class, che già solo per il titolo faceva dannatamente capire un milione di cose, circa novecentomila delle quali piuttosto incresciose, il primo alfiere di questi «universi paralleli» allo stadio embrionale.
Ebbene: adesso, il gruppo Class – titola il Corriere.it – «chiede ai giornalisti il «taglio volontario» dello stipendio», che come contrappasso non c’è male.
Non è che mi sfugga – anzi, purtroppo ce l’ho ben presente – la gravità di una simile richiesta.
Ma a far male è la risposta del gruppo, che trascrivo, non senza avere incidentalmente fatti notare che, secondo l’uso politico vigente, la proprietà bada bene a contrapporre (esprit de finesse) «i diritti sindacali» (bleah, ma questo è un versaccio che faccio io, mica loro) ai «diritti individuali» (questi sì meritevoli di liberistica tutela, non foss’altro perché presi a uno a uno i lavoratori non hanno alcun potere contrattuale; e anche questo lo dico io e non loro).
«Violazioni delle leggi del mercato» (violare le «leggi del mercato» è più grave che violare le leggi della legge?) «le ha commesse il sindacato rendendo pubbliche indiscrezioni e non notizie definite», scrive la proprietà Class, e «al contrario il sindacato (sia padronale, al quale non partecipiamo, sia dei giornalisti) non ha saputo a tutt’oggi, da ben cinque anni, rinnovare il contratto di lavoro» (dunque, il gruppo Class non è socio della Fieg, che appunto da cinque anni non rinnova il contratto nazionale giornalistico con la Fnsi).
D’altra parte, se la testata principale del gruppo si chiama «Class», gli elementi per capire cosa stava succedendo – come dimostra Frankie Hi-Nrg – c’erano tutti già un po’ di tempo fa.
Eravamo noi che eravamo distratti.
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