dorina e francesco, orate pro nobis

questi_non_si_rendono_conto

La Bianchi di cui si dice è colei che è succeduta a Ignazio Marino a capogruppo per il Pd in commissione Sanità del Senato.
Non so se questa è l’occasione, ma io ho come l’impressione che intorno al testamento biologico dovrà succedere ciò che non è successo per l’immonda legge 40 sulla fecondazione assistita: occorrerà dividersi, e riunirsi sotto altre bandiere.

Sento, avverto distintamente, una crescente e legittima – credo – insofferenza verso l’integralismo religioso di ritorno, verso una «regolarità» certificata.
Giusto per non dare l’impressione di essere troppo ottimista, sono però certa anche di un’altra cosa: che non servirà a niente, perché avremo anni pesanti, e purtroppo non ci saranno scorciatoie.
Il calice ce lo dovremo bere fino in fondo, e se quando sarà finito saremo ancora non rottamati in qualche ospizio, forse allora potremo pure riparlarne.

O sennò, deve succedere l’imponderabile.
Non so: che la crisi faccia incazzare molto la gente, che ci impoverisca molto.
Ma anche in questo caso, non mi sembra che gli anni che ci aspettano siano carini.
Saremo privi di diritti in quanto cittadini e in quanto lavoratori, e sottoposti all’arbitrio del più forte.

E se tutte queste cose riesco a dirle dopo un allenamento di pallavolo (sì!!! Sono tornata ad allenarmi! Non lo facevo da anni. Un giorno scrivo di tutte le cose del mio passato che sto recuperando; quelle belle, però, perché quelle brutte me le sono portate dietro ogni fottuto giorno della mia vita. Ma questo è un altro discorso); beh, se riesco a dire queste cose dopo un allenamento di pallavolo in cui sono stata felice, mi sa che siamo effettivamente abbastanza nella merda.

In genere, dico.
Chi più chi meno, ecco.