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dal pd a belen passando per il cervello
In una giornata di sole in cui da quel che leggo in giro tutti dan la colpa del fallimento del pd al fatto che è troppo a sinistra (veramente la frase magica è: «Non sono stati abbastanza riformisti», e che qualcuno – col suo comodo – mi spieghi bene cosa diavolo vuol dire), mi viene da pensare che non bisognerebbe mai improvvisarsi esperti di cose di cui si sa poco, perché si rischia del proprio.
Prendiamo Belen (cioè: «prendete» Belen, io sto volentieri ferma un giro): perché dice «Mi sono rifatta il seno ma ho cervello da maschio»?
Secondo me quelle che si rifanno il seno hanno per definizione tendenzialmente un «cervello» (ma anche qui sarebbe bene intendersi sulle parole, temo) da maschio, soprattutto se hanno tipo 25 anni (e quindi seni per definizione sodi e pieni, per quanto piccoli uno li possa immaginare) e giustificano il riempimento alzando la maglietta davanti all’intervistatrice con parole di questo genere: «Vedi, ho una misura giusta, l’ho ritoccato perché avevo perso otto chili e non mi piaceva più. Volevo indietro le mie tette».
Che qualcuno le telefoni per dirle che quelle che si porta dietro (cioè: volevo dire davanti), non sono le sue tette di prima, ma sono tette completamente nuove.
Già che c’è, quello che le telefona le può anche dire che nella vita – tragicamente – non si può rivolere indietro niente, ma al massimo, se si vuol proprio rimanere ancorati al vecchio, ci si deve accontentare di cose simili ma diverse?
E adesso: siete pronti a discutere il senso della parola «cervello», o anche voi come me (e la splendida Belen, credo) dichiarate la vostra incompetenza territoriale?
P.s. Con questo post mi sembra giusto inaugurare una nuova categoria: «perle di sconforto».
Se lei ha tette rifatte e cervello da maschio, io allora devo ammettere che nonostante non mi sia rifatto nulla (neppure il naso che pure ne avrebbe di bisogno) ho evidentemente un cervello con gravi crisi d’identità sessuale.
ciao! la cometa
La differenza tra il cervello e le tette è che il primo oltre ad avercelo (maschio o femmina non conta) bisogna anche saperlo far funzionare.
Le tette, in effetti, hanno il vantaggio non secondario di funzionare benissimo, disconnesse o no che siano con il cervello di chi ne detiene la titolarità: sia per colei che le possiede, che – possedendole come le sembran belle – si sente finalmente appetibile e appetita (e può ben trovare a volte in esse anche un bel perché sensoriale); sia per colui (o colei) che se ne serve da utilizzatore esterno. Caso nel quale, per la proprietà transitiva delle tette, esse estendono magicamente gli effetto del loro funzionamento su soggetti terzi.
Secondo me con quella frase voleva sottintendere che, pur avendo un corpo fin troppo “femminile”, o meglio, artificialmente reso iperfemminile, la sua mentalità è quella che, generalmente, viene attribuita al “maschio ” (attenzione, maschio, non uomo)
cioè che è disposta a passare sul cadavere di chiunque pur di far carriera.
curiosità:
Ma era lei la stragnocca che dovevi intervistare?
Penso che lei intendesse certamente qualcosa del genere, benché non così fortemente sbilanciata sul «passerei sul cadavere di chiunque»…
Anche perché si senton tutte un bel po’ più trendy se dicono «ehi, gente: sono stra-gnocca ma in realtà dietro le tette c’ho un cuore maschile e non sono una mammoletta».
All’altra domanda non posso rispondere.
Sob.