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About Me
Scrittrice e giornalista, ho lavorato per oltre vent'anni nei quotidiani, dimettendomi in agosto 2012 da un contratto a tempo indeterminato.
Ho scritto il noir 'Due colonne taglio basso' (Sironi editore), la storia d'amore 'L'Avvocato G' (Senza Patria editore), e il saggio 'Il paese dei buoni e dei cattivi' (minimum fax), in cui esamino e decostruisco le retoriche giornalistiche (*qui* tutti i link a tutti i pezzi giornalistici citati nel libro).
Alcuni miei racconti sono stati pubblicati in riviste e raccolte.
Mi occupo anche di scambi culturali fra l'Italia e l'Irlanda.
il paese dei buoni e dei cattivi
l'avvocato g
due colonne taglio basso
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Di un pressapochismo unico il titolo di Repubblica, lo avevo notato anch’io. Travisa completamente la dichiarazione dell’amministratore di Sky. Corriere e Repubblica – i giornali che seguo maggiormente – hanno standard davvero bassi per i loro siti online. Scelta molto miope, secondo me, quella di non investire sulle versioni digitali.
ps: ho apprezzato molto il tuo post di ieri sulla vicenda de La Nazione.
Grazie, Kalle.
La storia della Nazione mi ha gettato in una sorta di prostrazione.
Non riesco a credere che possano accadere come come quelle – se è vero che sono accadute – senza che i miei colleghi capiscano che non si può più tacere, che adesso è venuto il momento di parlare.
Posso capire che tacciano nel momento in cui non sono risapute all’esterno.
Non mi piace, ma capisco.
Ma quel che mi risulta incomprensibile è che adesso si taccia.
Che adesso si eviti di utilizzare questa «finestra» per gridare forte e chiaro che i giornalisti non vogliono rendersi strumento di poteri esterni al giornale, pretendono che nessuno si faccia beffe in questo modo della loro credibilità e della loro terzietà non rispetto alle idee (questo è impossibile, fortunatamente), ma rispetto agli interessi del potere, di qualunque potere.
Non so come sia andata, là a Firenze.
Ma la sola possibilità che le cose siano andate proprio come le intercettazioni lasciano pensare mi stomaca, mi indigna, mi fa rivoltare le budella, mi fa andare il sangue alla testa, mi fa venire voglia di chiedere io scusa a tutti i colleghi che sono stati messi da parte perché non erano funzionali ai disegni.
Non e’ molto incoraggiante.
Proprio ora leggevo a proposito di Soro e dei piani urbanistici in Sardegna, con “Unione Sarda” e “Il Sardegna” schierati contro, c’e’ una bella inchiesta de La Stampa:
http://tinyurl.com/6ccoop
Sono ligure, mi occupavo un po’ di politica e ambiente nella mia zona, ricordo come le edizioni locali di Stampa e Secolo XIX fossero schierate con le lobby dei costruttori -assolutamente trasversali ai partiti, naturalmente. Ricordo pure che nel mio paese (novemila abitanti) per un periodo usci’ un giornalino autoprodotto – una cosa da parrocchia, figurati – in cui si sottolineavano alcune scelte assurde del comune o lo stato di degrado di strade e marciapiedi (non piu’ di quello). Getto’ nel panico piu’ completo i politici locali.
… e chiuse in fretta, immagino.
Non hai idea di quanti siano i modi per far chiudere un giornale, anche grandicello, quando questo giornale rompe le scatole.
Uno dei modi più semplici è una politica aggressiva sulle tariffe pubblicitarie.
Non mi dilungo: l’ho scritto sul mio romanzetto, non voglio ripetere le stesse cose.