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conflitto d’interesse
Ho avuto una giornata stracolma di cose da fare. Perciò, Style Veneto l’ho solo potuto sfogliare in velocità.
E a parte la filosofia generale – che non riesco a condividere perché, come gli altri Style, dipinge il mondo come un luogo in cui gli Eletti vivono in un Iperuranio cachemirizzato, diamantizzato, yachtizzato e insonorizzato, e una schiera di sfigati valvassini bramosi li guarda da quaggiù con la bava alla bocca, immersi nelle polveri sottili, agognando almeno un maglioncino Loro Piana, o un fottutissimo suv anche di medie dimensioni – sono costretta a dire che mi sembra meno intollerabile degli altri Style.
Domani, dopo una dormita (sono le tre e un quarto di notte) avrò di certo le idee più chiare; ma va però detto che l’impressione iniziale può dipendere anche da queste cose:
a) ho dato solo una sfogliata veloce (e mi riprometto di guardare meglio e di dare un’impressione più articolata);
b) ho sonno, e perciò potrei sbagliare molto molto; e
c) ci scrivono colleghi che in qualche caso conosco e stimo (i loro pezzi, però, non li ho ancora letti).
Ma il colpo basso penso che Style Veneto me l’abbia incolpevolmente giocato mettendo – tra gli esempi delle «eccellenze» del Veneto – foto e profilo professional-biografico di un vecchio amico che avevo perso di vista.
Era bello, gentile, delizioso e simpatico allora, diciassette anni fa.
E sembrerebbe bello tuttora; genere «sì, col tempo miglioro».
E questo, almeno per il momento, rammollisce il mio spirito critico.
(Fenomeno che, per esperienza, so che dura poco…)
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