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sacchi di perfidia. anzi: sacconi
Trascrivo le cose che ha detto Sacconi, riportate dal Corriere.it insieme a qualche postilla chiarificatrice dell’estensore del pezzo:
Tra le istanze relative al lavoro domestico, il 48 per cento è stato presentato da extracomunitari e, come ha evidenziato Sacconi «ciò induce a un legittimo sospetto sulla genuinità delle domande», cioè che si tratti di un modo per aggirare la legge sui ricongiungimenti familiari che impone requisiti molto più rigidi.
Per un ministro della Repubblica c’è «un legittimo sospetto» sulla «genuinità» delle istanze presentate da «extracomunitari».
Voglio esagerare: se anche il «sospetto» fosse effettivamente «legittimo», non dovrebbe, un ministro, sforzare quei suoi neuroni alla ricerca di parole meno volgari, meno violente, meno facili a eccitare il livore razzista e vendicativo dei più rozzi fra i suoi elettori?
Non sarebbe – mi domando – un suo dovere per niente legato a una preoccupazione stupidamente formale ma al contrario a un problema di rispetto (delle persone e delle istituzioni) solidamente sostanziale?
C’è una seconda cosa, poi.
Per ottenere la possibilità di ricongiungersi in Italia ai propri familiari rimasti all’estero, gli «extracomunitari» devono soddisfare requisiti molto più restrittivi di quelli che invece vanno rispettati da coloro che – «extracomunitari» anch’essi – chiamano uno straniero a lavorare da loro.
Che sia chiaro a tutti, insomma: noi i negri e gli slavi li vogliamo qui solo se vengono per lavorare come schiavi.
E che nessuno pensi di avere il semplice diritto di portarsi dietro la sua famiglia di modo da poter tornare a casa, la sera, abbracciando i figli e la moglie, o il marito.
Che nessun uomo pensi di poter fare di nuovo l’amore con la moglie a costo zero; che nessuna donna pensi di non dover pagare pegno per potersi stendere di nuovo sotto le stesse lenzuola dell’uomo che ama.
Che nessun bambino negro o slavo pensi di poter baciare il padre o la madre, la sera prima di addormentarsi.
A noi interessa l’aspetto della transazione economica e nient’altro.
Dei tuoi sentimenti, negro, non ci interessa niente.
Tu sei una macchinetta che arriva qui col nostro permesso solo se ci sei utile.
Chiaro?
E se non ti va bene così, vai a sfogarti con qualcuna di quelle femminette di sinistra.
Tanto, neanche loro potranno fare niente per te.
Comandiamo noi.
Abbiamo i numeri.
Non ti sognare di sfidarci.
Non ci provare.
Io non riesco davvero a capire cosa pensino e come sia possibile essere davvero così cinici.
Una volta (era la fine degli anni ’90), in occasione di un confronto pubblico fiorentino su un “insediamento residenziale per famiglie rom (sì, prima dello sceriffo c’è stato anche primicerio sindaco di firenze), chiesi privatamente ad alcuni esponenti delle destre se pensassero davvero così inumane come quelle da loro dette. Per l’80% la risposta fu sì. Non ho mai capito.
Ma tanto nessuno di coloro che sbattono in prima pagina i mostri stranieri spendono una sola riga per un’inchiesta su questo temo.
Su quale tema, Dalovi?
Non sono sicura di avere capito bene: intendi il tema della «cattiveria» della destra?