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il viaggio della cacca di cacciari
Dal titolo che al momento è nella home page della Stampa.it (quello qui sopra), io capisco che il piccione ha fatto la cacca sulla spalla di Cacciari.
Dal pezzo che c’è all’interno (la fonte, viene detto, è la Nuova Venezia), io capisco una cosa diversa.
C’è scritto che «un piccione gli si è appoggiato giusto sulla spalla, scatenando una reazione che è facile immaginare».
Ora. Per regola grammaticale, il soggetto della proposizione secondaria introdotta dal gerundio «scatenando» dev’essere per forza lo stesso della proposizione principale, cioè il piccione.
Dunque, è il piccione che scatena una reazione.
Di chi? Non è detto, ma tanto la logica quanto la sintassi lascerebbero pensare che il colombo abbia scatenato una reazione di Cacciari, e non del proprio intestino.
Ed ecco, infine la citazione dal pezzo che c’è sulla Nuova Venezia: «A cercare di» calmare Cacciari, «arriva, neanche a farlo apposta, proprio un colombo, che si appoggia teneramente sulle sue spalle. Non ce la fa più» (il sindaco, non l’intestino del piccione!), «con un’alzata di braccio lo scaccia via e appena finisce di arrabbiarsi con una famiglia, va da un’altra, e via di nuovo con il sermone».
La cacca veneziana si è materializzata a poco a poco, insomma. Nel viaggio da Venezia a Torino…
Cacciari è un iracondo. E anche un pessimo sindaco, a detta dei veneziani di Venezia che conosco (solo 3 adulti e 2 ragazzi, abbastanza bene). Di lui mi pare lodevole la vociferata intimità sessuale con la moglie di Berlusconi. Se è stato vero, quelle sì son soddisfazioni…
Carlo, benvenuto.
Sicuro sicuro che sia lodevole, la sua ipotetica e vociferata intimità sessuale con la moglie di Berlusconi?
Ciao
Suvvia, dai, far crescere le corna a Berlusconi… al pater familias di tutti gli italiani, uno che si stira le zampe di gallina, sul quale potresti cucire come un’insegna l’analisi completa di Hillmann sul puer aeternus, una specie di reincarnazione di Saturno che si mangia i suoi figli metaforici (gli italiani, soprattutto i giovani). Cosa c’è di meglio? A parte… beh a parte quell’altra cosa, che ci viene in mente, che però è un reato piuttosto grave e poi, così plateale.
Ahi ahi, Carlo!
Lei mi casca proprio sull’uccello, come la signora Longari.
Perché voi uomini non riuscite mai a uscire dalla logica tribale del «io avere preso tua donna dunque tu sfigato io figo»?
Perché la donna è una «pertinenza» maschile come un garage è una pertinenza domestica?
😉
beh io sono una persona semplice (Dio, mi sento un po’ lui a dire così). Mica ci penso subito al volo ai massimi sistemi. E’ per lui (Lui), per quello che è lui (Lui), per come lui si sente, che gli sta bene. Chiaro che se capitasse a qualche civilissimo leader europeo, varrebbe un chi se ne frega. Forse anche un tribal-naive come Sarkozy, con gli occhiali da renegade, ci resterebbe male se la Carla se la facesse con qualcun altro (magari col figlio di Sarkozy stesso, visti i trascorsi. Vaglielo a spiegare allora di non essere tribale, al paparino, con edipo, sesso e potere e tutto il resto). Pensa se la moglie di Zapatero lo facesse cornuto, egli non vedrebbe scalfito il suo aplomb di sinistra, anzi forse l’immagine ne gioverebbe.
Ma insomma, certo che tutto questo timore di vedersi considerate pertinenze svela il dubbio soggettivo di essere in qualche modo pertinenze.
😉
Sono d’accordo con te sul fatto che la reazione di chi si apprende cornificato sia infinitamente più basic di qualunque riflessione preventiva sul punto si possa fare.
Non per niente la psicanalisi c’ha un suo bel perché.
Ma c’ha un perché se la si fa con i suoi crismi.
Non su un blog, dicendo che «tutto questo timore di vedersi considerate pertinenze svela il dubbio soggettivo» cioè mio, «di essere in qualche modo pertinenze».
Diceva Freud, mi pare, che ogni interpretazione non richiesta è una violenza.
Perciò, se puoi svelare i «dubbi soggettivi» di qualcun altro mi sa che è meglio.
Oddio, se proprio bisogna prendersela, dopo tanti smiles, diciamo che la prima interpretazione non richiesta, e pertanto freudianamente violenta, è la Sua, gentilissima Sgaggio, alloché io le caddi sull’uccello in quanto incapace di non cadere nella “logica tribale” (sì, “voi uomini” è sufficientemente personale, se è questo che vorrà oppormi, con tanto di exemplum in stile paratattico).
Se il fatto di essere “in casa” sua autorizza Lei a violentare me ma non me a violentare Lei (peraltro, insito, con identico smile), sarà senz’altro bene che ciascuno rimanga a casa propria.
saluti
Concordo sull’ultima frase.
Sì, comunque: «voi uomini» non è personale e è neanche un’interpretazione.
Nella frase «ehi, che bello! Tizio ha scippato la donna a Caio», il termine «donna» è perfettamente sostituibile con un oggetto qualunque di supposta proprietà di Caio.
La sostituibilità mi sembra incontestabile.
Che poi ci si possa fregare le mani perché qualunque cosa sgradevolina accada a Berlusconi è una benedizione, beh, questa è un’altra cosa.
Da cui lo smile.
Dire che tutto «questo timore di vedersi considerate pertinenze svela il dubbio soggettivo di essere in qualche modo pertinenze», invece, è affermazione personale, ed è anche un’interpretazione non richiesta accanto alla quale lo smile può fare pochino.
A me la differenza sembra chiara, ma fa lo stesso.
Come da lei chiesto, Carlo, il suo commento non lo pubblico.
Buona fortuna anche a lei.
Magari trova qualcuno che ha piacere di sentirsi dare del frustrato.
Io mi permetto di non citare le parole sulla presunta “conquista” del nostro Cacciari verso la Veronica “proprietà” del Premier rincapelluto e bandanato…
Infatti, io preferisco dar valore a ciò che vale: e Cacciari vale: volete forse dire che vale di più un Buttiglione, come “filosofo della politica odierna”…?
Oddio! Ma siamo seri!!! E se Cacciari dà fuori di testa, consideriamo altre “uscite di testa” uguali e contrarie, e di ben altro stampo: volete andare a vedere come ha reagito la Carlucci alle ironie delle Iene…’ Basterebbe, da sola…!
Ad satis, verso chi cerca di far di tutt’erba un Fascio…!
Guido / Fayol
In effetti, Guido, con il post volevo solo dire che – passando da Venezia a Torino – nella notizia è entrata una cacca di piccione che forse non è mai esistita.