il viaggio della cacca di cacciari


Dal titolo che al momento è nella home page della Stampa.it (quello qui sopra), io capisco che il piccione ha fatto la cacca sulla spalla di Cacciari.

Dal pezzo che c’è all’interno (la fonte, viene detto, è la Nuova Venezia), io capisco una cosa diversa.

C’è scritto che «un piccione gli si è appoggiato giusto sulla spalla, scatenando una reazione che è facile immaginare».
Ora. Per regola grammaticale, il soggetto della proposizione secondaria introdotta dal gerundio «scatenando» dev’essere per forza lo stesso della proposizione principale, cioè il piccione.
Dunque, è il piccione che scatena una reazione.
Di chi? Non è detto, ma tanto la logica quanto la sintassi lascerebbero pensare che il colombo abbia scatenato una reazione di Cacciari, e non del proprio intestino.

Ed ecco, infine la citazione dal pezzo che c’è sulla Nuova Venezia: «A cercare di» calmare Cacciari, «arriva, neanche a farlo apposta, proprio un colombo, che si appoggia teneramente sulle sue spalle. Non ce la fa più» (il sindaco, non l’intestino del piccione!), «con un’alzata di braccio lo scaccia via e appena finisce di arrabbiarsi con una famiglia, va da un’altra, e via di nuovo con il sermone».

La cacca veneziana si è materializzata a poco a poco, insomma. Nel viaggio da Venezia a Torino…