re umberto e il valore del principino

Il Tar non ha ancora esaminato il ricorso presentato contro la bocciatura di Renzo Bossi, ma il ministero – quello della solerte Gelmini – ha riconvocato la commissione che in luglio decise di bocciarlo. I docenti saranno in quell’occasione sottoposti alla supervisione di un ispettore ministeriale.
L’ufficio scolastico ha «preso atto delle illegittimità segnalate».
Praticamente un avallo preventivo delle ragioni del ricorso.
Inaudito.

Suo padre ha detto che il ragazzo è stato «massacrato» (notare la fine scelta dei termini) solo perché portava una tesina su Cattaneo (d’altra parte è notorio che l’intero universo – scolastico e non – odia Cattaneo a tal punto che se non fosse già morto lo ucciderebbe).
Io non saprei.
Magari Renzo è un giovane intellettuale che merita non la promozione ma direttamente l’assunzione all’empireo degli studi, e un futuro da titolare del ministero dell’Istruzione padana.

Però.
Tutto quel che vedo conferma che questo è un mondo fatto per gli insider.
Non importa di quale statura, e a dispetto di qualunque – anche sgrammaticata, violenta e minacciosa – affermazione populista e demagogica.
E la cosa più sorprendente è che quelli che li hanno votati non percepiscono queste cose come ingiustizie; come se non fosse loro chiaro che a loro non sarebbe mai concesso l’ottenimento così rapido di una revisione di giudizio.

Certo.
C’è qualcuno che comincia a dire «ah, son tutti uguali», senza capire che non è vero, o che perlomeno il punto non è qua.
Ma gli altri è come se fossero contenti che «uno di loro» riesca a ottenere privilegi che loro mai avranno.

Ma tu guarda che cosa si deve sopportare.
Ma tu guarda che uso privatistico e individualistico delle istituzioni.
Re Rama IV di Thailandia.

Incidentalmente.
Se mio padre o mia madre avessero tentato di farmi ottenere un trattamento di favore quand’io avevo l’età di Renzo, beh, credo che mi sarei offesa a morte; che mi sarei sentita delusa da comportamenti che contraddicevano la loro fiducia nell’uguaglianza; che mi sarei vergognata come una ladra. E se io avessi sostenuto che gli insegnanti ce l’avevano con me, i miei mi avrebbero mandato a quel paese dicendomi che me la dovevo gestire io.