giornalisti sotto spinta

Gregorio Corigliano, caporedattore della testata giornalistica regionale Rai della Calabria, denuncia di essere stato spinto dal servizio d’ordine del ministro Maroni, che stava tentando di avvicinare – cosa che gli è poi riuscita – dopo un convegno. «Ritengo questo fatto», dice Corigliano, «di inaudita gravità. Mai accaduto in 30 anni di vita professionale».

Nessun giornalista «è stato spinto o malmenato dal servizio d’ordine», replica il portavoce di Maroni.

Ovviamente.

Riporto la presa di posizione della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa italiana – il sindacato unitario dei giornalisti, da oltre 1.300 giorni senza contratto nazionale – perché dice cose che sottoscrivo convintamente.

«Ai giornalisti italiani da tempo vengono creati molti ostacoli nello svolgimento della loro professione. Chiediamo al ministro che chiarisca ai suoi organi di sicurezza che i giornalisti non sono un pericolo per nessuno e che svolgono un’attività riconosciuta costituzionalmente».

C’è solo una cosa sulla quale non sono affatto d’accordo: i giornalisti sono un pericolo.
Per tutti coloro che vogliono nascondere le notizie.
E vi giuro che sono tanti.
Troppi.
E, tutti, hanno più potere dei cronisti: o perché sono loro superiori gerarchici (e qui il differenziale di potere, per quanto sgradevole, è nelle cose); o perché sono riusciti a rendere loro servi quei cronisti.