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«vero e proprio»
Per la serie «parole di (pur)troppo», oggi tocca a «vero e proprio», esempio perfetto di locuzione utilizzata nella maggioranza dei casi per significare un concetto esattamente contrario al suo senso letterale (e d’altra parte, lo stesso uso si fa dell’avverbio «letteralmente»).
Qualche esempio tratto dai lanci Ansa di oggi.
«Gli omega 3, ovvero i grassi contenuti essenzialmente nel pesce, sono un vero e proprio “salvacuore”» (ma secondo lo studio di cui si parla, la mortalità cala del 9% e non del 100%).
Per un esponente del Pd, la vicenda Alitalia «sarà per Fiumicino un vero e proprio massacro, con novemila posti di lavoro bruciati».
Grave, concordo. Ma grazie a dio non vedo nessuna catasta di cadaveri.
La gara di sci d’erba (?) «si è trasformata in un vero e proprio trionfo per la squadra azzurra». Ma, nel suo senso metaforico, la parola «trionfo» non è forse incompatibile con qualunque significato letterale vero e proprio?
Gli ultimi due esempi dalle agenzie di ieri.
Uno: la crisi americana delle Borse «è esplosa letteralmente». Bum.
Due: si parla di un film che è «stato oggetto di un vero e proprio tam tam». Il tam tam, però, è un vero e proprio tamburo…
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