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universi paralleli/7 (o delle uove)
Sono in ritardo, lo so.
Ma solo da poco sono venuta in possesso del numero di settembre del Corriere della sera Style magazine.
La solita miniera. E ho imparato almeno sei cose nuove.
La prima è sulle borse da uomo e un po’ anche sugli orologi.
La seconda è che, come già avevo acutamente sospettato, la rubrica «la ragazza da sposare» viene utilizzata anche per fare pubblicità ai locali.
La terza è incidentale: a giudicare dal numero di capi di vestiario da lui firmati fotografati in questo numero, Luigi Bianchi Mantova dev’essere uno discretamente importante.
La quarta è che Scajola ha una casa da stra-urlo stra-panico ma (ma) è simpatico, bravo, portato ai sacrifici e anche ecologista; verde dentro, direi.
La quinta che l’«impossibile» di settembre, 21 anni, vive da sola e ha conosciuto il fidanzato a messa.
La sesta è che secondo un titolista che non so, «qualche» è un aggettivo indefinito plurale, e non – invece – solo singolare.
Titolo a pagina 237: «Rompete qualche uova».
Magari l’equivoco potrebbe essere che «uova» è considerato un sostantivo femminile singolare.
Come in «una uova», «molte uove».
D’altra parte quel che veramente conta è che siano fresche.
trentasette milioni al polso
Se vi avanzano 18 mila 950 euro di cui non sapete che fare, avete due possibilità: mandarli a me, oppure comprare Omega Hour Vision Annual Calendar, «giocattolo» della rubrica «giocattoli», pagina 136.
Pare abbia il «certificato ufficiale di cronometro», il «movimento meccanico a carica automatica con scappamento CoAxial, doppio bariletto e calendario annuale».
Considerato il doppio bariletto, è un affare.
le bborze…
Pagina 221.
«Si diceva “portaborse”, con un certo disprezzo etico ed estetico» (etico ed estetico?). «Il “borsello” è stato per anni l’emblematica sintesi del buzzurro. Tutto da dimenticare? Avanza un folto drappello di eleganti che non si separa dalla bag di nuova concezione».
Non è una squadretta di str****, allora, quella che vedo là in fondo…
… e i portadocumenti
Comunque, se serve un portadocumenti, perché non pensare a Etrivière di Hermes?
Dentro – leggo – ci stanno un cellulare (non incluso), un portafoglio (non incluso), chiavi (non incluse) e occhiali (non inclusi), un quotidiano (non incluso) e un settimanale. Dunque, non il mensile «Style magazine».
Costo, 3.350 euro.
Andrò subito a comprare la mia Etrivière di Hermes facendomi largo con garbo tra gli esponenti del folto drappello di eleganti con le loro bag di nuova concezione.
quello a cui biagi rompeva i coglioni
Attacco del pezzo sulla casupolettina di Claudio Scajola, pagina 270: «Provate a immaginare» (lo sto facendo, ma non ci riesco: è grave?). «Siete la moglie di un ministro degl governo Berlusconi» (dev’essere per questo che non ci riesco), «ad esempio del titolare dello Sviluppo economico, uno dei dicasteri più impegnati sul fronte del futuro dell’Italia», (sul fronte del futuro dell’Italia? Ma veramente?).
«Lui va a Tokio, a giugno, per una complicata» (complicata) «riunione del G8 sull’energia. Finalmente torna.
Gli chiedete “Cosa mi hai portato dal Giappone, caro?”. Magari sperate in un’incursione nello shopping di alta moda. O in un gioiello di design avanguardistico. Invece lui risponde serissimo: “Ecco qui una splendida mini-mini pala eolica per il giardino, cara”».
Mi domandavo: ma la mini-mini pala l’ha imbarcata al check-in o l’ha infilata nel bagaglio a mano?
quanti sacrifici
A parte il suo fantastico pollice verde, Scajola ha veramente un cuore grande così. «Nel fortilizio privato Claudio Scajola custodisce tutte le sue passioni, nonostante i lunghi soggiorni romani ai quali sottrae, con mille sforzi, tutti i weekend da dedicare alla casa sulle colline».
Con mille sforzi.
Sant’uomo…
gelosa orgogliosa permalosa
Prima riga, ultima pagina.
«La incontri per strada, alta e sinuosa, e pensi: ecco una perfetta “ragazza da sposare”».
Lei «sogna di organizzare eventi» (eventi?), e vuole essere «una ragazza che lavora, “tipo Il diavolo veste Prada”».
«Per farla felice», comunque, «basta portarla al Des** (tel. 02-31****), a Milano. “È uno dei miei preferiti”».
Credo che a questo punto anche lei sia una dei preferiti del Des**.
la paghetta
Pagina 258.
Matilde ha 21 anni ma ha le idee chiare ed è estremamente oculata. «Vivo per conto mio da quando ho 18 anni. Mi sono trasferita nel monolocale che occupava mio fratello. I miei mi danno un “tanto” mensile che deve bastare per bollette, spesa, tutto».
Io certe cose non riesco proprio a capirle.
Dev’essere perché io il mio stipendio lo sperpero quasi sempre in Etrivière di Hermes o in Omega Hour Vision Annual Calendar.
mi sa che è così
«Ho avuto la fortuna di viaggiare, parlo le lingue, sono aperta a nuove esperienze, ho bisogno di un ambiente più internazionale con cui confrontarmi».
O anche: «Sono tanto ambiziosa, come i miei. Spero di lasciare un segno, qualcosa che rimanga a chi verrà. Sono una Marzotto: non posso rimanere seduta sugli allori» (Neanche una Sgaggio, se è per questo. A parte che gli allori pungono un po’).
Ratzinger, che tipo
E infine: «Raimondo e io ci siamo conosciuti a messa. Lui è molto credente. Grazie a lui, al suo intendere la religione, sto riscoprendo cosa significa imparare ad ascoltare. Anche se Benedetto ics-vi-i non mi pare che voglia ascoltare i giovani».
Io qui ci vedo un pochino di prevenzione, però: magari se lei gli telefona lui risponde e l’ascolta; magari per lei fa anche un’eccezione.
Con la Borghese ha funzionato.
Vedo ora questa tua serie sul ‘magazine’ del Corriere. Incredibile. Ho letto le prime tre puntate e non sapevo se ridere o dare un pugno al monitor. Nei brani che riporti, ho trovato spunti per almeno una settantina di “idiosincrasie del giorno”, a partire dall’uso del termine ‘magazine’.
Devo vedere se esiste la versione online di questo orrore. Divertentissimi i tuoi pezzi.
ps: le nostalgie del ministro Scajola spiegano il famoso ripristino della tratta Alitalia Fiumicino/Albenga… Una bella storia di affetti famigliari e amore per la propria terra, giustamente celebrata dal ‘magazine’.
Grazie, Kalle.
Il sarcasmo è uno dei modi possibili per non sprofondare nella disperazione pur prendendo sul serio le cose, credo.
Resta che quel che c’è intorno a noi è questa roba qui.
Non è bello…
Ciao
Io ho provato a dargli un’occhiata (di leggerlo non se ne parla nemmeno).
Ora provo per te un profondo senso di gratitudine per il sacrificio a cui ti sottoponi per riassumerci tutte queste idiozie colossali.
Sembra davvero che costoro scrivano di un universo parallelo. Credo che comunque questo sia l’inevitabile risultato che si ottiene quando si pubblica qualcosa solo per ricavarci i soldi della pubblicità.
In fondo a tutta sta benedetta storia io ho due domande.
Uno: ma questa gente dove li trova tutti i soldi che ha o dice di avere? Li autoproduce seduta sul wc?
Due: veramente veramente credono che tutto quel che conta siano i soldi?
fantastico! Le uove soprattutto
🙂
e poi veramente grazie… i magazine(s) di solito li guardo, ma confesso che Style proprio non ce la faccio, a volte lo lascio proprio direttamente in edicola (che è pure pesante)
@ Kalle
sì, ieri ho scoperto che almeno qualcosa c’è, online
Eheheheh… L’effetto “Potere dell’Editore” comincia a vedersi… Se cade la testata che era sinonimo di indipendenza, preoccupiamoci davvero!!!
E poi, “quello lì” dice che ha la Stampa tutta contro di lui…! Bah…
Guido / Fayol