ma i personaggi sono buoni o cattivi?

Mi arriva via mail la segnalazione che su questo sito, filiazione di quest’associazione, è stata pubblicata una recensione di «Due colonne taglio basso».

La mail mi dà l’occasione di dire che leggere le impressioni e i giudizi degli altri su quello che ho scritto è un’esperienza curiosa e interessante.

nessuna sincerità

Su ReCensore, Gianluca De Salve scrive che «per credere a un qualsiasi slancio di sincerità» dei personaggi «finiamo anche noi con l’avvertire il bisogno di un fax di conferma che giunga in redazione a ratifica dei loro intenti».
Poi, però, «quando il gruppo di giornalisti decide finalmente di mettersi in gioco anche a rischio di perdere almeno parte» degli «scudi difensivi, anche l’inchiesta torna a dirigersi verso la verità».

il riscatto morale

La questione della «moralità» dei miei personaggi mi sembra in realtà quella su cui più chiaramente si riflette il punto di vista di chi legge: alcuni mi dicono che ho costruito e descritto caratteri ambigui, negativi e immorali; altri ritengono che nel finale almeno un paio dei personaggi trovi la via del riscatto etico.

mai al bar con loro

Posto che (per quel che vale il mio punto di vista) io non andrei volentieri a prendere un caffè con nessuno dei miei personaggi, a me pare che l’apparente «riscatto» di alcuni di loro non sia affatto legato a una loro «moralizzazione» finale, quanto piuttosto a una loro fenomenale capacità di trovare il modo per rendersi «competitivi» su più piani: quello dell’ambiguità fino ad allora fieramente bazzicato, e quello della (apparente) linearità etica, in quel momento giudicato conveniente.

verità storica e narrativa

Più che di un «riscatto» dei personaggi, perciò, a me sembra che si possa parlare dell’emergere della loro verità storica e narrativa, di modo che ciascuno ne risulta «spiegato» per ciò che è in questo momento della storia.
Come se, insomma, rendere la complessità dei loro caratteri apparentemente solo detestabili conferisse loro una qualche forma di dignità (o rendesse possibile una sorta di compassione, non saprei) umana che alcuni lettori interpretano come riscatto.

giornalisti e no

Un’altra cosa veramente strana, poi, è questa: i giornalisti che hanno letto il mio libro mi raccontano di aver visto nei personaggi il tal collega o il tal direttore o la tal segretaria; e i «laici», quelli esterni all’ambiente, mi domandano increduli se veramente il mondo dei giornali è così densamente popolato delle meschinità e delle ambiguità descritte nel libro.

stellette e melensaggini

Infine.
Grazie a chi, su Bookerang, ha dato a «Due colonne taglio basso» la valutazione di quattro stellette e mezzo su cinque; a Morticia che nel forum dello Scrigno ha scritto che mi stava leggendo; al Sottoscritto, che per scrivere del romanzo è stato così gentile da andare a cercare la mia qualifica di lavoro; e grazie, tra gli altri, anche a Darkreflection che si domanda come mai nessuno, su Ibs, «abbia ancora fatto una recensione a questo bel libro» e mi fa i complimenti per essermi tenuta alla larga dalle «melensaggini».

Sono commossa, voglio salutare i miei amici che mi seguono da casa, sono contenta di aver partecipato a questa trasmissione, tanti baci alla mia cara nonna che ha sempre creduto in me, grazie anche a mamma e papà che sono seduti là in mezzo al pubblico e hanno tanto lottato per farmi arrivare fino a qui in tv, okay okay vi restituisco subito il microfono.