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nasce «parole di (pur)troppo»
Sul blog di Kalle c’è una rubrica che mi piace moltissimo, perché mi calza a pennello.
È «idiosincrasia del giorno».
Sotto questo capitolo vengono elencate le parole e le locuzioni più detestabili.
Per esempio: «di nicchia», o «attenzionare», o – ah, quanto, quanto ha ragione! – l’uso disgiuntivo della locuzione «piuttosto che», un vero incubo.
Siccome la categoria mi piace, gliela copio.
La chamo diversamente, però; le dò il nome di «parole di (pur)troppo».
La parola di (pur)troppo di oggi mi sta sul gozzo da anni.
È «posizionare».
Dal verbo «porre» nasce il sostantivo «posizione».
E da «posizione» facciamo rinascere un verbo nuovo: «posizionare», appunto.
La cosa assurda è che nel frattempo è nato un sostantivo nuovo dal verbo nuovo che era nato dal vecchio sostantivo che era nato dal vecchio verbo.
È il sostantivo «posizionamento».
Aspetto con fiducia «posizionamentare».
la rubrica di Kalle è veramente bella, l’avevo vista anche io.
Il posizionare/posizionamento temo sia solo uno dei tanti esiti del dilagare di termini dal marketing-english.
Però non mi accanirei tanto sui neologismi, in verità. Anche quando sono ridicoli o evitabili.
Ché se no poi — eccedendo — si rischia di finire come i francesi, a chiamare fichier ciò che in tutto il mondo si chiama file…
(perfino mia sorella dice così, per il solo fatto di vivere lì da un bel po’ di tempo…)
Federica, quale onore 🙂
In effetti “posizionare” e’ assai bruttarella.
La mia e’ proprio una questione di idiosincrasie.
Una volta mi e’ stato fatto notare che “utilizzare” ha un perfetto -e molto piu’ elegante- equivalente in “usare”: da quel giorno “utilizzare” e’ tabu’ 🙂
Alcune sono decisamente irrazionali. Ad esempio non sopporto “iniziare” e uso solo e sempre “cominciare”. Potrei giustificare la cosa, ma sarebbe vagamente capzioso.
Non che con questo pensi di scrivere bene, anzi. Ma sul mio blog certe parole non compariraranno mai 🙂
Danilla, mica solo il marketing-english!
Quando lavoravo allo sport mi ricordo benissimo «sfera» invece di palla; «la lunga distanza» come categoria dello spirito, tipo che corrispondeva esattamente a una misura specifica; o il «direttore di gara» invece che l’arbitro…
Sì, Kalle, la cosa di «iniziare» la evito anch’io…
Mi sa che c’è tutta una tribù che in incognito persegue una concorde politica linguistica senza saperlo, ciascuno dei componenti però convinto di essere praticamente solo!
😉