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l’alitalia, la ue, la gelmini (e le palle girate)
Ricapitolando.
L’Alitalia «buona», quella che rende attraverso le rotte e la flotta, diventa proprietà di un gruppo di imprenditori (tra cui la Marcegaglia, che a questo punto, avendo ricevuto dal governo questo regalino, sarà ancora più collaterale) che avrà il potere di decidere che fare dello scalo di Linate (smantellarlo, per dare ai costruttori della «cordata» una preziosissima area urbana edificabile) e di Malpensa.
L’Alitalia «cattiva», quella dei debiti e degli esuberi, va al commissario (Fantozzi?) e allo Stato. Che dunque si accolla gli oneri di tutto.
Alla faccia del salvataggio operato dalla «cordata»: la solita prassi che prevede la privatizzazione degli utili e la socializzazione delle perdite…
In più, siccome a pagare sarà lo Stato (cioè anch’io), la Ue – teoricamente espressione, perlomeno quando si tratta di politiche antitrust come in questo caso, della stessa parte ideologica «liberista» (ma le virgolette non sono casuali) del nostro governo – boccerà la decisione, e questo diventerà un’ulteriore occasione per poter dire «visto? La Ue mette solo vincoli. Noi abbiamo salvato la compagnia e questi burocrati di mer** ci fanno le pulci».
A furia di forzature ideologiche consapevolmente messe in atto dal governo – che attacca a martello da destra il liberismo comunitario – finirà che i cittadini di questo Paese saranno in breve persuasi che la Ue è un lusso che non ci possiamo permettere, che è meglio lasciarla perdere.
E con questo, l’ultimo argine «di quadro» sarà crollato.
Sì, verissimo: non sono in fase ottimista.
E già che ci sono: secondo Dagospia, la ministressa bresciana Gelmini – lei, la donna con gli occhiali che parla di merito e di professori del sud da ricondizionare con corsi intensivi – ha fatto l’esame di Stato per diventare avvocato a Reggio Calabria. Perché? Perché a Reggio Calabria comprendevano il suo merito, credo. Come quello di tutti gli studenti nordici. «La mia famiglia», dice lei secondo Dagospia, «non poteva mantenermi troppo a lungo. Dovevo iniziare a lavorare e quindi dovevo superare l’esame per l’abilitazione».
Sempre il «quindi», questa donna…
P.s. Hanno sospeso la validità di alcune norme antitrust, dice il Corriere, e hanno modificato la Marzano per rendere possibile la vendita di asset a trattativa privata. Certo che per questi lo Stato è «cosa loro». Certo che la Ue ci farà il mazzo. Certo che questi diranno «la Ue rompe, andiamo via da questi burocrati».
Che roba.
Sulla Gelmini, Dagospia riprende un pezzo della Stampa (rintracciato via Wikipedia):
http://tinyurl.com/62peq5
Vergognoso.
Grazie, Kalle.
Sì, è pazzesco.
E i commenti sono tremendi.
La povera Gelmini – dice qualcuno – è andata a sud a fare l’esame perché a nord penalizzano ingiustamente i laureati…
A volte sembra che il sud sia la discarica di quello in cui il nord non può – come dire? – far da sé: dall’immondizia agli esami di abilitazione professionale passando per gli affari con la mafia.
Un bel posticino comodo dove esternalizzare un po’ di mer** e mantenere pulita la «fedina penale» dei luoghi che le statistiche devono far emergere immacolati…
Non era d’altra parte stato scritto, qualche anno fa, che secondo uno di questi studi estivi il mare della riviera romagnola era infinitamente più pulito di quello della sponda tirrenica meridionale?
Bah
P.s. Vedo adesso il tuo post sull’Alitalia e Giavazzi…
Mi conforta.