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un paese bellissimo e in franchising
Non avendo avuto accesso a carte e documenti, non sono – evidentemente – in condizione di controllare la veridicità di ciò che leggo qui.
Ma se è vero, l’idea che Bossi pensi di far fuori gli insegnanti meridionali dalla scuola (o da qualunque altro posto, se è per questo) – o che Brunetta tolga centinaia di euro dagli stipendi degli statali abbassando repentinamente il loro tenore di vita in nome di un fervore moralista che io vedrei ben applicato ad altre battaglie, francamente, o anche riposto ben piegato in un cassetto qualunque della sua casa veneziana, se ce l’ha – non mi stupisce più.
Non mi stupisce la consapevolezza che Berlusconi voglia e possa fare tutto quel che vuole (leggo e leggo, e non riesco a trovare – tra le cose che dice di voler fare o ha già fatto – una sola cosa che mi piaccia o mi lasci un tiepido sentimento di neutralità); o l’osservazione del fatto che Veltroni continua a parlare di dialogo quand’è assolutamente evidente che non c’è tragicamente più niente su cui e per cui dialogare; o anche che i miei colleghi migliori siano messi in condizione di non nuocere e ci rimettono fette di salute. E nemmeno mi stupisce più il dato d’esperienza che la vita quotidiana è diventata una specie di battaglia nella giungla della ferocia sociale.
Dopo aver letto (oggi, a sette anni di distanza dall’omicidio di Carlo Giuliani) che al G8 di Genova i militari e gli agenti dei Servizi americani erano autorizzati all’uso delle armi contro i manifestanti, sul territorio italiano, tutte le piccole cose di cui ho qui sopra redatto un elenco sommario diventano immediatamente inseribili in una cornice che riesce a tenerle insieme.
Il mio Paese, oggi, è questa cosa qua, e rinuncia spesso e volentieri anche alla sovranità nazionale.
E per favore, nessuno dica che è anche il Paese del volontariato, o delle bellezze artistiche e paesaggistiche: ché la Prestigiacomo vuol far gestire i parchi ai privati, il governo vuol dare Pompei ai privati, e fra un po’ daremo il marchio in franchising.
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