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papà silvio e il saggio walter
Non è che io ami Di Pietro, tutt’altro. Però volevo dirgli una cosa: per favore, la smetti di far disperare papà?
Hai sentito cos’ha detto stamattina? Papà ha detto che «per un errore dell’opposizione sono presenti frange estreme e giustizialiste che molto spesso ci fanno disperare in Parlamento».
Lo vuoi capire o no, che in Parlamento non si deve discutere, ma solo ratificare quello che papà ha deciso per il nostro bene?
C’è una sola cosa che mi consola: che giusto a metà fra la maleducata scompostezza del monello Di Pietro che si prende le sgridate e l’operosa serietà gestionale del generoso papà di tutti noi, si riesca a respirare l’aria pura e rarefatta delle parole dell’autorevole statista Veltroni che pronuncia queste sofferte ma maschie affermazioni: «Berlusconi c’é ma il berlusconismo è finito, nel senso che non è più capace di interpretare e rispondere alle esigenze dell’economia italiana».
Meno male: mi stavo preoccupando che il berlusconismo (ma anche Berlusconi, per la verità) non fosse in grado di cogliere le esigenze democratiche di base, il senso dell’uguaglianza di tutti davanti alla legge, la fecondità delle culture non aziendaliste, la necessità di smettere le operazioni di propaganda, di cogliere il senso delle istituzioni nate dalla Resistenza, l’obbligo morale di respingere il razzismo, di rispettare le donne…
E invece – che cu** – tutto ciò che il berlusconismo non sa interpretare sono «le esigenze dell’economia italiana». Poteva veramente andarci molto peggio, vero?
Il divo dalla mascella volitiva è veramente devastante, ben più di Mike Tyson, porca miseria.
Solo che io mi sento acciaccata come se quel virilone i suoi pugni li avesse dati tutti a me.
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