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cpt discriminatori? mettiamoci anche gli italiani
Per rimediare alla selettività discriminatoria della previsione normativa che consente la detenzione nei cpt per diciotto mesi delle persone che vogliono entrare in Italia senza documenti, invece di organizzare una cosa qualunque che somigli anche poco all’opposizione, i deputati della minoranza hanno concesso il loro sì (in un voto «bipartisan», come va di moda dire adesso) a una norma che – primi firmatari tre deputati del Pdl – stabilisce che nei cpt possono essere reclusi, e sempre per un tempo massimo di diciotto mesi, anche i cittadini italiani.
I deputati del Pd commentano il risultato con grande soddisfazione: «È stata una grande vittoria simbolica. Abbiamo disinnescato la questione clandestini».
Bene.
Questa me la sono inventata io.
Ma quella che segue è vera.
È l’attacco del pezzo momentaneamente collocato in apertura del Corriere.it.
«Impronte digitali per tutti» (sulla carta d’identità, che varrà dieci e anni non più cinque come ora) «dal primo gennaio 2010. È quanto prevede un emendamento al decreto legge sulla manovra che ha ottenuto il sì bipartisan nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. Primi firmatari: Marco Marisilio, Fabio Rampelli e Massimo Enrico Corsaro (Pdl)».
«Plauso dei deputati del Pd», prosegue l’articolo, «che spiegano come questa modifica “disinnesca la questione Rom. Ora le impronte”, dice Antonio Misiani, “saranno prese a tutti». Si tratta soprattutto di “una vittoria simbolica significativa“, insistono».
Non ho parole.
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