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brunetteide atto II: diritti addio
Allegri! Dopo quella contro i super-stipendi degli statali, c’è un’altra puntata della brunetteide!
«La visita del medico fiscale “è sempre obbligatoria anche nelle ipotesi di prognosi di un solo giorno, salvo particolari impedimenti del servizio del personale”. Scatta con una circolare firmata oggi dal ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta la stretta sulle assenze dei dipendenti pubblici che prevede anche la decurtazione dello stipendio, per i primi dieci giorni di assenza, per malattia o permessi».
Un po’ di domande.
Se l’obiettivo di queste proposte immaginose è ottenere dei risparmi, quanto costerebbero le uscite quotidiane dei medici fiscali, che ragionevolmente avranno bisogno di usare l’automobile, per esempio?
Quanti medici fiscali in più servirebbero?
Quanto costerebbe il loro stipendio?
Ma soprattutto, benedetto uomo: perché chi è malato dovrebbe essere penalizzato nello stipendio?
E’ forse scomparso il diritto a vedersi retribuiti i giorni di malattia?
E i permessi? Li hai aboliti per decreto, Brunetta?
Che finzione demagogica.
P.s. Questo post l’ho scritto ieri, ma adesso – 18 luglio, 22.45 – vedo che su Repubblica.it c’è un pezzo che sviluppa l’argomento proprio su questa linea.
Cara Federica, sono certo che lo sai, ma se davvero non lo sai, ti risponde un dipendente regionale che – come il 98% dei suoi colleghi – cerca di fare il suo lavoro, senza essere un fannullone e d’altronde senza nemmeno essere un lavorista lobotomizzato come ci vorrebbe tutti Brunetta, un ministro che sembra uscito dalle pagine di quel grandioso fumetto che era Bristow (in Bristow Brunetta sarebbe il capo di Mr. Fudge).
Una visita fiscale costa 200 Euro, 40 al datore di lavoro che la manda e il resto a carico dell’INAIL. Un giorno di malattia di un lavoratore costa 70 Euro. Già questo ti dice qualcosa sul senno e l’assennatezza dei principi guida di Brunetta e delle sue pulsioni moralizzatrici. Forse le pagherà lui le migliaia, i milioni di visite fiscali in tempo reale. Anzi, sicuramente pagherà di tasca sua, coi proventi dei suoi numerosi doppi lavori. Pagherà coi proventi dei suoi multipli lavori le visite fiscali per stanare il fannullone da 1,000 Euro al mese che dopo il turno di lavoro va ad aggiustare lavandini in nero, come ha meravigliosamente scritto Francesco Merlo su Repubblica, per arrotondare un po’ il lauto stipendio che gli passa l’Amministrazione.
Poi ti chiedi perché decurtare lo stipendio ai malati veri. Per moralizzare la pubblica amministrazione? per colpirne uno ed educarne cento, come nei laogai cinesi? per dire come il crociato medievale Simon de Montfort a proposito degli eretici albigesi: voi intanto ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi?. No. Lo fa per la cassa, cara Federica. Per il soldo, il denaro. Hanno bisogno di soldi, ed è per questo che hanno montato tutto il polverono sui fannulloni, per questo che aizzano scientemente un’opinione pubblica da cui tracimano odio sociale e livore frustrato in caccia di bersagli e capri espiatori. Per il soldo, per il denaro, per tosare le pecore (pecore stenterelle e magrucce per la verità. ma secondo la vulgata noi dipendenti pubblici nuotiamo nell’oro. Tutti noi, anche i commessi e i facchini, non solo i dirigenti).
Et voilà Brunetta, l’ultima epifania del lavorismo nippo-italiano. Ma non fa ridere. Purtroppo sono cavoli amari per un sacco di gente. Federica. Perché Simon de Brunetta, o Renato Fudge, ci vuole ridurre proprio così. Privatizzati, de-tutelati, in balia dei padroni, tutti in corsa a perdifiato verso il nulla della crescita infinita.
Benvenuto, Mauro.
Sono completamente d’accordo con la ricostruzione desolata che hai postato qui.
Voglio solo dirti due cose.
La prima è che vorrei che leggessi – magari l’hai anche già fatto, chissà – il post che si intitola “la macchina da guerra dell’ideologia efficientista”, dove la mia indignazione verso l’uso spregiudicato e senza vergogna delle parole (sembra una questione estetica, vero? Ma non lo è affatto) ha prodotto una mia critica così sentita a Brunetta da portare quel post al massimo storico dei commenti in questo sito.
La seconda è che non sono sicura che Brunetta e il governo lo facciano per i soldi: per quanti possano pensare di prenderne, niente sarà effettivamente risolto, anche per la considerazione che tu fai in relazione ai costi delle visite fiscali.
No: secondo me tutto ciò che interessa è il compimento di un’operazione demagogica e propagandistica che deve durare il tempo necessario a confondere i dati, le convinzioni, a mistificare perfino i dati d’esperienza, primo fra tutti quello che – come anche le pietre sanno – gli statali non navigano affatto nell’oro.
Perché quando tutto sarà confuso, quando le vittime del mercato e del suo (del mercato, intendo) bisogno di in-efficienza saranno stati definitivamente trasformati nei nemici delle meraviglie egualitarie del mercato e dell’efficienza, beh, allora – distrutte le garanzie sindacali, distrutto ogni senso dello Stato, distrutto ogni anelito effettivamente egualitario, distrutto ogni senso critico, distrutta ogni “gentilezza” istituzionale, distrutto tutto – avranno definitivamente vinto.
Insomma. Posso dirla fino in fondo?
E’ un’operazione di squadrismo politico.
Un’operazione fascista.
Ecco.
L’ho detto.
Federica, non sarò certo io a censurarti per l’uso di quell’aggettivo, fascista. Lo puoi dire tranquillamente fino in fondo. Io stesso non saprei come aggettivare diversamente certi fenomeni che ormai impazzano intorno a noi e che tu cogli nei tuoi post. D’altra parte se Berlusconi ha vinto tre elezioni non possiamo onestamente dare tutta la colpa a lui. Evidentemente c’è molta gente (anche se a cercarli non ne trovi uno che sia uno che lo confessi: non so in Veneto, certo non qui in Emilia) che lo vota. Prova del fatto che quell’aggettivo e tutto quello a cui si richiama non è un accidente passeggero ed estemporaneo nella storia di questa nazione.
Viva l’Irlanda, e complimenti per gli eccellenti post che vado man mano leggendo dopo il mio orario di lavoro da “fannullone regionale”. Dopo, non durante, perché in Regione Emilia Romagna dalla scorsa primavera navigare su Internet per qualunque scopo non lavorativo è assolutamente proibito anche solo per due minuti al giorno. Abbiamo un Grande Fratello elettronico che ci spia e se ci becca ci può far mandare alla commissione disciplinare. Quindi i miei post sono assolutamente “non fannullonici”. Brunetta sarebbe, anzi sono certo che è molto fiero di questa innovazione antifannulloni nella Regione “rossa” per eccellenza. Mi meraviglio che Galan non l’abbia ancora copiata!