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le puttane? nelle case (chiuse)!
Dunque, insieme a «oziosi e vagabondi», a «chi pratica traffici illeciti», ai «delinquenti abituali» (basta capire in quale campo, però), agli «sfruttatori di prostitute e minori», e agli spacciatori, l’indicibile luminosità interiore dei presidenti delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali del Senato vorrebbe catalogare tra i «soggetti pericolosi» anche le prostitute (o meglio: «chi vive del provento della propria prostituzione e venga colto nel palese esercizio di detta attività»).
L’idea è inserita in un emendamento al decreto sulla cosiddetta «sicurezza».
I «soggetti pericolosi», spiega il Corriere – ma ovviamente dell’argomento si occupano tutti i giornali di oggi, Repubblica compresa – «possono essere diffidati dal questore e, se trovati a delinquere fuori dei luoghi di residenza, possono essere allontanati con foglio di via obbligatorio e inibiti dal ritornare per un periodo massimo di tre anni. Per i disobbedienti» (che lessico!) «scatta il carcere fino a sei mesi».
Non è tutto: «Se, nonostante la diffida del questore, il soggetto pericoloso non si ravvede cambiando vita, scatta la sorveglianza speciale che può essere accompagnata anche dalla misura del divieto di soggiorno in uno o più comuni o in una o più province. Fino all’obbligo di soggiorno in un determinato comune».
Al di là dell’odioso moralismo paternalista di base, una norma come questa comporta l’istituzione surrettizia e di fatto del reato di meretricio – finora il codice penale punisce solo lo sfruttamento e l’induzione alla prostituzione – e la promozione surrettizia dell’unico modo per non essere trovati a delinquere fuori della propria residenza: cioè le case chiuse.
Sulle case chiuse si può essere d’accordo o dissentire. Si può perfino non avere un’opinione.
Ma quest’utilizzo di una scorciatoia per reistituirle nei fatti senza assumersene la responsabilità è, politicamente, un gesto profondamente disonesto.
Senza contare che vorrei che qualcuno mi spiegasse in cosa consista la pericolosità sociale di una prostituta.
E quante altre cose, secondo la visione del mondo attualmente in voga, possono essere rubricate come attinenti alla «sicurezza».
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