il tenero giacomo

Adesso racconto di quando sono entrata in una libreria del centro.
L’ho presa alla lontana: «Buongiorno. Tenete la Sironi editore?».
Suspence.

«No, la Sironi mi pare di no; aveva in mente un titolo?».

Sarò sincera: per un attimo ho pensato di mentire, e di dire – mettendo su all’improvviso una erre moscia per darmi un’aria snob – che sono semplicemente un’estimatrice-della-Sironi-per-principio, preparandomi a reagire al prevedibile stupore della signorina con uno sguardo tipo «beh, che male c’è? Guarda che come me ce ne sono trilioni, sei tu che non te ne sei mai accorta».

«Sì», ho detto sentendomi meravigliosamente in pace con la mia coscienza (non c’è come aver pensato di delinquere e non averlo fatto, per sentirsi immacolati come la neve sulle vette alpine).
«Ce l’avete “Due colonne taglio basso”?».
Va detto che l’entusiasmo per aver detto la verità sopravanzava di molto gli altri due sentimenti che provavo: l’emozione (di molto inferiore al previsto), e la certezza che mi stavo avviando a una figura di mer** (e d’altra parte, visto che avevo anche aggiunto un apparentemente distratto «sì, dovrebbe essere appena uscito…», la figuraccia era per forza in arrivo)

«Aspetti che guardo al computer», m’ha detto la tipa.
Mentre guardava, m’è venuto in mente che quando mio figlio mi aveva detto «mamma, andiamo a vedere se nelle librerie c’è il tuo libro?», io gli avevo risposto che siccome sulla copertina c’è la mia foto mi vergognavo di fare la parte della sfigata che andava a controllare se era diventata famosa come Andrea De Carlo. Lui ci ha pensato un momento e poi ha detto: «Ma mamma! Puoi metterti gli occhiali da sole, così non ti riconosce nessuno!». La piccola volpe.
Ecco. Mentre la tipa guardava al computer ho realizzato che non avevo gli occhiali da sole.

«Ah, sì, eccolo: arriva a giorni», mi dice la ragazza della libreria.
Io tiro un sospiro di sollievo: evviva! Non è uno di quei posti dove il mio libro non arriverà mai! Un posticino per lui c’è già! Presto sarà qui!
«Bene», dico con sobrietà.
Poi, bum. Il coming out: «Mi interessa, questo libro».
Silenzio. La tipa aspetta, incerta, una motivazione che abbia un senso.
«Sa perché? Perché l’ha scritto una di Verona, che poi sono io!».

I miei ricordi si fermano qua. Davvero: di quello che è successo dopo non ricordo niente. Dev’essere un tipico caso di amnesia anterograda (esiste, giuro: non me la sono inventata sul momento).