Tags
Related Posts
Share This
l’osceno mantra del decoro
L’ho sentito ieri sera al telegiornale di non ricordo quale canale. Ne parlava un tale che mi pare avesse una qualche forma di investitura rappresentativa (era forse il responsabile dei commercianti?). Diceva più o meno, sentito con queste orecchie: «È vergognoso che davanti alla basilica ci sia gente che fa accattonaggio».
Come se nel chiedere l’elemosina perché non si ha abbastanza denaro per vivere ci fosse una componente di indegnità che è legittimo censurare ed estromettere sul presupposto di una specie di inaccettabilità estetica che si fa tutt’uno con l’asserita immoralità della questua.
La notizia è quella che c’è su tutti i giornali di oggi, e cioè che ad Assisi un’ordinanza sindacale proibisce l’accattonaggio e il bivacco davanti alle chiese.
A me sembra che queste scelte siano enormemente violente.
In nome dell’osceno mantra di questi anni, cioè del «decoro», espellono «tecnicamente» ogni possibile diversità e ricoprono di panni apparentemente accettabili contenuti di profonda tracotante brutalità. «Per salvaguardare i luoghi di culto e la decenza», viene detto.
Come se al culto non bastasse più lo spazio di una chiesa; come se il culto dovesse allargarsi e allargarsi e allargarsi, fino alle scale, fino ai sagrati, fino alle piazze, alle città, alle intere province.
Come se si dovesse tracciare una linea fra i turisti – le persone! – che hanno il diritto di esserci e quelli che no: quelli sotto un certo reddito e quelli smanicati no (benché pure in bermuda portino denaro anche all’industria del turismo religioso); e quelli ben vestiti e compostissimi sì.
La buona educazione è diventata un argomento politico; i sindaci e gli assessori non fanno che volercela insegnare a suon di ordinanze e di divieti.
Io penso che se il rutto (la legittimazione del rutto, intendo, come contenuto politico) è entrato nel discorso pubblico, non possiamo sorprenderci se via via, incoraggiati dal richiamo, ci entreranno anche i peti.
cara Federica, come hai ragione! ma non so se hai centrato del tutto l’obiettivo. il fatto che chi chiede l’elemosina sia cacciato dalle chiese e’ – ovvio – doppiamente ipocrita, la chiesa non doveva essere proprio per i poveri ? o solo per quelli puliti e con il vestito bello ?
ma quello che a me personalmente indispone di più è che il sentimento comune sia di provare fastidio quando si incontra uno che chiede qualcosa. se uno chiede è perché non ha, e se lui non ha ed io invece ho dovrei piuttosto provare imbarazzo perché la vita ci ha trattati in modo diseguale, non perché il mio vestito è migliore del suo.
come se uno potesse scegliere di non essere povero e quindi di non imbarazzarmi…
e poi cosa ne faremo di tutti questi nuovi poveri cacciati fuori di casa perché non riescono a pagare la rata dal mutuo, o che non hanno più da mangiare perché col mais vogliamo fare i “bio” carburanti ed essere così ecologici?
ho sentito gente scandalizzarsi perché a volte chi non ha più un posto dove dormire si insedia in case abbandonate violando così di fatto la proprietà privata. bene, cacciamoli, ripristiniamo la legalità ed il decoro.
e di queste persone cosa ne facciamo ? li bruciamo e spazziamo la cenere sotto al tappeto ? il problema, cara Federica, è vasto, ed è sopratutto culturale. IMHO
Io penso che ci sia un altro aspetto, in tutto questo: la gente «normale» non perdona ai questuanti – ma ai «poveri» in generale, anche – di metterli di fronte al fatto che non sono «buoni».
Cioè: davanti a uno che chiede, io posso dire sì oppure no.
I «normali», gli «integrati», non accettano di poter dire di no, perché non hanno il coraggio di guardare dentro il proprio inevitabile abisso di indifferenza che di quando in quando – come in tutti – prende inevitabilmente il sopravvento, magari quando stanno male, o quando hanno altro per la testa.
Allora, siccome non vogliono essere messi di fronte alla loro imperfezione, pretenderebbero che i «poveri» si smaterializzassero per magia.
Che togliessero loro l’incomodo di dir di no. Non è bello che un mendicante qualunque, magari pure brutto e straccione, ti ricordi che puoi essere cattivo, proprio quando tu cerchi di far di tutto per meritarti il paradiso.
Mi sa che ci scrivo qualcosa, su questo. D’altra parte sull’hd del mio computer ci sono già parecchi file su quest’argomento.
certo, la responsabilità fa male e sopratutto la gente odia essere messa a nudo. se gli «integrati» fanno questo sono contento di essere un dis-integrato. aspetto con ansia gli x-files del tuo hd… 😉