la blogger gay e la mobilitazione immobile

Questa bufala della blogger gay siriana arrestata – ne parla qui il Corriere, ma se ne sono occupati i giornali di tutto il mondo – viene considerata in molti commenti qualcosa di simile alla prova provata del fatto che, eh, insomma, il web è un campo minato nel quale è bene essere prudenti, verificare con attenzione, guardare a occhi aperti…

Sì.
Però a me sembra invece l’ennesima prova del fatto che c’è un bisogno collettivo di simboli, di capri espiatori, di cause a cui votarsi per il tempo necessario a ritenersi politicamente impegnati (più o meno un tre-quattro giorni), senza nemmeno la fatica di impegnarsi per davvero, ma mobilitando al massimo solo le risorse dell’indignazione del «transfert» civile.

Sul mercato della mobilitazione immobile, una blogger gay in cella in Siria vale un sacco di punti.