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eccone un altro che vuole insegnarmi il mio lavoro
Per la serie: i preti ne sanno una più del diavolo.
PEDOFILIA: PATRIARCA VENEZIA, MI METTO NEI PANNI MONS.ZENTI
(ANSA) – VENEZIA, 24 GEN – Dialogando oggi a Venezia con Lucia Annunziata sull’etica dell’informazione, il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, ha detto di essersi posto «nei panni del vescovo di Verona monsignor Zenti, che una mattina si sveglia e trova sui giornali quel che trova».
Scola lo ha detto facendo implicito riferimento (mai che un uomo di chiesa faccia un riferimento esplicito, vero? Meglio le cosucce sibilline) «ai presunti casi di abusi sessuali in un istituto per sordomuti a Verona fino al 1984.
«I direttori che hanno giudicato che non si poteva non farlo» (che non si poteva non pubblicare, ndr) «ha chiesto il patriarca – si sono mossi sul verosimile o hanno avuto la vera passione alla verità?».
Per Scola, «il grande giornalista si vede qui» (domanda: e dov’è che si vede il grande prete?), «è colui che non gioca alla smentita, ma colui che dà la “buona notizia”, perché persegue il fine del “bene pratico”» (domanda: che ca*** è il “bene pratico”?), «della valorizzazione sistematica del positivo». «Il verosimile non è sufficiente – ha rilevato – anche nei titoli, che danno più spazio al verosimile che al vero».
Secondo il patriarca, i mass media sono tentati a volte ad aver «fede nella verosimiglianza, all’apparente conformità al vero, più che nella verità», sommando dati visti con i
propri occhi a schemi prefissati, cucendoli nella descrizione di un fatto presunto, «anzichè limitarsi all’interpretazione dei dati che abbiamo effettivamente in mano».Il patriarca ha detto di aver pensato a questi temi «nel sonno un po’ travagliato che ho avuto stanotte pensando a questo incontro».
«Non vado ai talk show – ha detto tra l’altro Scola – perchè ho la tendenza al ragionamento» (ne è proprio sicuro, signor patriarca?, ndr) «e non alla battuta, almeno così mi dicono, così la gente si stanca: per questo non ci vado».
Grazie di cuore, signor Scola: la sua è una grandissima lezione su come diventare giornalisti di regime.
Sa una cosa, però?
Non ce n’è bisogno; la sua è una lezione superflua: i miei colleghi l’hanno imparata benissimo da soli.
Può risparmiare il suo augusto fiato.
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